09 Marzo 2025
Negli ultimi mesi, i vertici di Cina, Russia, Iran e Corea del Nord hanno cominciato a discutere in modo sempre più concreto la possibilità di dar vita a una coalizione di condivisione di intelligence, un'alleanza che potrebbe rivalizzare con i Five Eyes, il gruppo di paesi che, da decenni, domina il panorama della cooperazione internazionale nell'ambito della sicurezza. Questa ipotesi, che inizialmente sembrava un gioco di speculazioni tra analisti, sta acquistando sempre più terreno, alimentata anche dall'emergere di nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale, che potrebbe abbattere le tradizionali barriere di comunicazione tra paesi ideologicamente e culturalmente diversi.
La nascita di un'alleanza tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, tuttavia, non è un'idea che arriva da un giorno all'altro. I segnali di questa possibile coalizione si erano già visti anni fa, quando i leader di questi paesi hanno iniziato a intensificare la loro cooperazione in ambito militare, politico ed economico. Tuttavia, è l'intelligenza artificiale che ora potrebbe offrire loro la chiave per unire le forze in modo più strutturato ed efficace, superando gli ostacoli tradizionali come le differenze linguistiche e le divergenze ideologiche.
Fino a qualche anno fa, la possibilità che una coalizione tra questi paesi fosse in grado di coordinare operazioni di intelligence in modo efficiente sembrava remota. Le difficoltà linguistiche, le divergenze politiche e le tradizioni culturali differenti rendevano difficile pensare a una collaborazione a lungo termine tra i membri di un'ipotetica alleanza. Ma con l'avvento delle tecnologie avanzate, la situazione è cambiata radicalmente. L'intelligenza artificiale ha il potenziale di risolvere problemi complessi, come la traduzione automatica in tempo reale, l'analisi dei dati e il riconoscimento di schemi nascosti nei flussi di informazioni. Con IA in grado di elaborare enormi quantità di dati a velocità straordinarie, la possibilità di superare i tradizionali ostacoli di comunicazione sembra ora più realistica.
Alcuni esperti ritengono che l'uso condiviso dell'intelligenza artificiale permetterebbe a Cina, Russia, Iran e Corea del Nord di scambiare informazioni sensibili in modo quasi immediato e con un livello di efficienza che nessuna tradizione di cooperazione precedente avrebbe mai consentito. E questo non riguarda solo la raccolta di informazioni, ma anche l’analisi predittiva, la cyber-difesa, e persino la pianificazione di operazioni coordinate, come campagne di disinformazione e attacchi informatici mirati.
I Five Eyes, ossia la rete di intelligence che unisce Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, si sono costruiti nel corso di decenni su un forte legame culturale e linguistico, nonché su una lunga tradizione di cooperazione e fiducia reciproca. Ma i segnali di sfida sono ormai evidenti. Se la coalizione CRINK (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord) riuscisse a sfruttare appieno il potenziale dell'intelligenza artificiale, sarebbe in grado di mettere in difficoltà i Five Eyes e alterare il delicato equilibrio di potere nell'ambito dell'intelligence globale.
Anche se i membri del gruppo CRINK hanno storicamente avuto alleanze più complesse e meno formali, le sinergie tecnologiche potrebbero ridurre l'impatto delle loro differenze politiche e culturali. Inoltre, l'uso delle IA sarebbe cruciale anche in un altro ambito: la disinformazione. Questi paesi hanno già messo in atto operazioni di influenza globale, come dimostrato dalle campagne di cyberattacchi e manipolazione delle opinioni pubbliche in occidente. Con un’alleanza che approfitta delle capacità avanzate dell'IA, potrebbero perfezionare e intensificare le loro operazioni, rendendo più difficile per le democrazie occidentali tenere il passo.
Nonostante l’idea di una coalizione di intelligence tra questi quattro paesi sia ancora in fase preliminare, ci sono segnali che i governi di Pechino, Mosca, Teheran e Pyongyang stiano già discutendo attivamente delle potenzialità di questa alleanza. Fonti anonime riportano che le prime discussioni non sono avvenute in occasioni pubbliche, ma dietro porte chiuse, all'interno di incontri bilaterali tra i rappresentanti di questi paesi. I dettagli concreti sono ancora pochi, ma alcuni analisti ritengono che il nucleo iniziale della cooperazione potrebbe concentrarsi su questioni comuni come la difesa cibernetica, il contrasto alle sanzioni economiche occidentali e il rafforzamento delle operazioni di disinformazione a livello globale.
I membri della coalizione CRINK potrebbero anche mettere in atto strategie coordinate per contrastare le operazioni di intelligence dei Five Eyes, aumentando la capacità di infiltrarsi nei sistemi di sicurezza dei paesi rivali e manipolare le informazioni su scala globale. Un simile scenario porterebbe inevitabilmente a un nuovo tipo di guerra fredda tecnologica, con l'intelligenza artificiale come strumento principale di potere.
Se questa coalizione dovesse concretizzarsi, potrebbe segnare l’inizio di un nuovo capitolo nel panorama geopolitico mondiale. Un capitolo in cui la condivisione di informazioni sensibili non si limita più ai tradizionali alleati, ma abbraccia anche quei regimi che da tempo sfidano l’Occidente. In un contesto del genere, l’intelligenza artificiale non sarebbe solo uno strumento di raccolta e analisi dati, ma una vera e propria arma geopolitica, capace di riscrivere le regole della sicurezza globale.
Tuttavia, i dubbi rimangono. Quanto sarà stabile questa alleanza tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord? E come risponderanno i Five Eyes a questa nuova minaccia tecnologica? Solo il tempo potrà dare le risposte, ma una cosa è certa: il gioco della geopolitica dell’intelligence sta cambiando, e l’intelligenza artificiale è destinata a giocare un ruolo sempre più centrale.
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