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Gaza, Ue contro piano Trump su "deportazione palestinesi": "Numero inaccettabile di vittime civili, soprattutto bambini, sfollati tornino a casa"

"Garantire l'accesso degli aiuti umanitari nella Striscia e il ritorno degli sfollati alle loro case", sono le rivendicazioni dell'Ue contro il progetto di Trump di costruire una "Riviera del Medio Oriente"

18 Febbraio 2025

"Agli abitanti di Gaza sfollati dovrebbe essere garantito un ritorno sicuro e dignitoso alle proprie case" lo dice l'Alta Rappresentante dell'Unione Europea in una dichiarazione rilasciata nella tarda mattinata di oggi. Questa è la bozza delle richieste che verranno presentate dall'Ue la prossima settimana in consiglio di associazione con Israele, nella sua prima sessione dal 2022.

"L'UE deplora profondamente il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare bambini"

L'Unione Europea si è scagliata contro il piano di Trump che prevede il controllo del territorio di Gaza da parte degli Stati Uniti e la costruzione di una "Riviera del Medio Oriente", mentre i palestinesi sarebbero costretti ad abbandonare le proprie case ed emigrare in altri territori. Il piano di Trump era già stato osteggiato dagli stati Arabi, ora Bruxelles che è stata in prima linea nel fornire aiuti ai palestinesi, prende la parola contro il piano del tycoon.

"L'UE è impegnata a favore di una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione di due Stati, Israele e Palestina"

Bruxelles ha formalizzato le sue richieste in una dichiarazione rilasciata in tarda mattinata di oggi che focalizza il suo impegno nella ricerca di condizioni di pace e sicurezza per Israele e i cittadini di Gaza a cui deve essere garantito un "ritorno sicuro e dignitoso alle loro case" con un richiamo esplicito alle parole di Trump che ha più volte richiamato più volte il progetto di una deportazione di massa dei palestinesi nei vicini stati del Medio Oriente. L'Unione Europea lascia a intendere che si impegnerà nella ricostruzione di Gaza. Queste dichiarazioni saranno la base delle richieste dei partner europei che verranno presentate il 24 febbraio nel prossimo al Consiglio di Ue-Israele dal 2022. 

"L'UE accoglie con grande favore l'accordo di cessate il fuoco a Gaza, che consentirà la liberazione graduale degli ostaggi, concludendo così un calvario durato oltre 15 mesi, porrà fine alle ostilità e allevierà le sofferenze umanitarie a Gaza.

Siamo sollevati al pensiero che gli ostaggi, fra cui vari cittadini dell'UE, potranno finalmente riabbracciare i propri cari e che gli indispensabili aiuti umanitari raggiungeranno i civili a Gaza. È essenziale che l'accordo sia pienamente attuato per consentire la liberazione di tutti gli ostaggi e garantire la cessazione permanente delle ostilità.

Siamo grati agli Stati Uniti, all'Egitto e al Qatar per gli sforzi profusi nella negoziazione del cessate il fuoco, come da noi ripetutamente chiesto. Si tratta di un risultato importante che dovrebbe avere ripercussioni positive in tutto il Medio Oriente.

Dopo i terribili attacchi terroristici sferrati da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, centinaia di migliaia di civili innocenti hanno patito le violenze divampate in tutta la regione. L'UE deplora profondamente il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare bambini.

Chiediamo un accesso pieno e senza ostacoli degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, come pure la fornitura efficace degli aiuti a coloro che ne hanno bisogno, anche da parte delle agenzie delle Nazioni Unite e, in particolare, dell'UNRWA. Agli abitanti di Gaza sfollati dovrebbe essere garantito un ritorno sicuro e dignitoso alle proprie case.

L'UE è impegnata a favore di una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione di due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in condizioni di pace e sicurezza. Contribuiremo al conseguimento di questo obiettivo sostenendo l'Autorità palestinese per aiutarla a rispondere alle sue esigenze più pressanti e per appoggiare il programma di riforme, nonché dialogando con Israele e i partner internazionali al fine di rilanciare il processo politico.

Albania, Armenia, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Montenegro, Repubblica di Moldova, Serbia e Ucraina aderiscono alla presente dichiarazione."

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