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Usa, si scalda la battaglia sull'antitrust con l'emersione del "complesso tech-industriale" e il rischio del "technofeudalismo"

La convergenza tra progressisti e populisti rappresenta una minaccia per la nuova oligarchia tech

23 Gennaio 2025

Usa, si scalda la battaglia sull'antitrust con l'emersione del "complesso tech-industriale" e il rischio del "technofeudalismo"

Elon Musk, fonte: imagoeconomica

"Oggi, in America sta prendendo forma un'oligarchia di estrema ricchezza, potere e influenza che minaccia letteralmente l'intera nostra democrazia… un complesso tech-industriale che potrebbe rappresentare pericoli reali per il nostro Paese." Con queste parole, il presidente uscente Joe Biden ha lanciato un ammonimento riguardo all'influenza delle grandi società tech e dei loro proprietari miliardari sulla società americana.

Lo ha fatto nel suo discorso d'addio, poco prima di lasciare la Casa Bianca. Tuttavia, data la grande anticipazione per l'arrivo di Donald Trump, l'attenzione a queste parole forti è stata limitata. Toccano, però, un tema cruciale di questi anni, e uno che non si limita a una parte politica. Infatti, spostandosi completamente dall'altra parte, tra gli attivisti MAGA guidati da Steve Bannon, si sente parlare del rischio di "tecnofeudalismo" come una minaccia all'ordine umano. Qui c'entrano anche temi come l'immigrazione e il biotech, dove la destra è molto scettica rispetto ai tentativi di ingegneria sociale. Si tratta di elementi diversi da quelli della sinistra, ma che convergono nel sostenere la necessità di limitare l'influenza dei nuovi potenti.

Negli ultimi quattro anni, l'amministrazione Biden si è mossa in modo deciso. Su iniziativa della giovane presidente della Federal Trade Commission, Lina Khan, il governo ha avviato azioni legali contro Amazon e Meta, accusandole di comportamenti monopolistici nei loro settori. L'obiettivo finale, secondo molti osservatori, era costringere queste società a disfarsi di alcune attività, evitando lo strapotere che si crea quando controllano elementi diversi di una piattaforma, come l'infrastruttura, le vendite, la pubblicità e persino le regole sui contenuti.

Nelle ultime settimane prima del cambio di amministrazione, la FTC di Khan ha intrapreso altre azioni legali contro aziende come John Deere e il più grande locatore di appartamenti del Paese, Greystar Real Estate, in difesa rispettivamente degli agricoltori e degli inquilini. I componenti repubblicani della Commissione si sono opposti, in linea con un approccio più vicino agli interessi del business. Tuttavia, nel mondo della destra americana, molti sostengono una posizione più dura nei confronti delle grandi società e a favore della tutela della gente comune.

Non ci sono solo leader populisti come Bannon e Laura Loomer, che se la prendono anche con Elon Musk, considerato un rappresentante del globalismo più interessato ai propri profitti che alla visione del nuovo nazionalismo. Lo stesso Vicepresidente, JD Vance, ha espresso sostegno per le iniziative antitrust di Lina Khan negli ultimi anni, insieme ad altri colleghi al Senato. Si profila così uno scontro tra due fazioni: da un lato i repubblicani tradizionali, sostenitori della deregolamentazione, e dall’altro i nuovi populisti, più attenti alla tutela della classe lavoratrice.

Al centro di questa contrapposizione ci sono i grandi magnati del mondo tech: da Musk a Marc Andreessen, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg e altri. Alcuni di loro si sono avvicinati molto a Trump, mentre altri hanno colto l’occasione del cambio di amministrazione per riposizionarsi, riconoscendo il mutamento del vento politico. In questi ambienti non si fa mistero della volontà di evitare un maggiore intervento governativo nei confronti dei colossi della tecnologia digitale, criticando le azioni legali intraprese. La speranza, chiaramente, è di sfuggire al rischio di perdere potere e influenza a causa di una nuova ondata di politiche antitrust.

Questo fenomeno non è nuovo nella storia americana, dove periodicamente si sono affrontati eccessi di concentrazione del potere in determinati settori. Resta da vedere se la visione in parte condivisa tra Biden e Bannon — tra i progressisti democratici e i populisti repubblicani — riuscirà a sostenere e far avanzare le iniziative volte a limitare il peso della "nuova oligarchia" della Silicon Valley.

di Andrew Spannaus

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