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Commissione Ue, trovato accordo nella maggioranza, confermati i vice Fitto e Ribera (nonostante i ritardi su alluvione a Valencia), salva la von der Leyen

Superati i veti. Il Partito popolare europeo chiedeva d'inserire una clausola di dimissioni per la spagnola nel caso in cui venisse indagata per l’alluvione a Valencia

20 Novembre 2024

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Raffaele Fitto e Ursula von der Leyen (fonte LaPresse)

Ursula von der Leyen salva, dopo giorni di accuse, minacce reciproche e trattative, l'impasse tra popolari, socialisti e liberali si è sbloccato suggellando un fragile patto europeista e l'accordo sui due vicepresidenti esecutivi Raffaele Fitto e Teresa Ribera.

L'intesa politica sarà formalizzata alla plenaria del Parlamento europeo il 27 novembre con uno scrutinio palese che, a fronte della probabile defezione dei Greens, questa volta conterà anche i voti di Fratelli d'Italia. La nomina di Fitto "è una vittoria di tutti gli italiani, non del governo o di una forza politica", ha esultato la premier Giorgia Meloni, rivendicando "la centralità del Paese" ottenuta con la vicepresidenza.

Trovato dunque l'accordo sulla nuova Commissione Ue dopo la breve frenata in serata. "L'intesa a pacchetto include il sì a Teresa Ribera e Raffaele Fitto", spiegano fonti parlamentari. Fonti dei tre gruppi di maggioranza al Pe, Popolari, Socialisti e Liberali, hanno confermato la chiusura dell'accordo. Nell'intesa è previsto lo scorporamento di alcune deleghe per Oliver Varhelyi, candidato al ruolo di commissario alla Sanità. L’accordo è stato appoggiato dalla grande maggioranza del Ppe, ma gli spagnoli erano “sul piede di guerra” per la Ribera. Il Partito popolare europeo chiedeva d'inserire una clausola di dimissioni per lei nel caso in cui venisse indagata per l’alluvione a Valencia. "Nella sua apparizione al Parlamento spagnolo - ha spiegato il capogruppo del Ppe -, la candidata ha evitato di rispondere alle ripetute richieste dei parlamentari sul suo impegno a dimettersi se la giustizia spagnola la accusasse di illeciti nella gestione delle inondazioni in due regioni spagnole".

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Le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi in pectore hanno prodotto nervosismo a Bruxelles: veti incrociati all’interno della maggioranza tra Popolari e Socialisti, il caso Fitto

Commissione Ue, accordo nella maggioranza, confermati i vice Fitto e Ribera

Via libera ai due vicepresidenti esecutivi designati Teresa Ribera e Raffaele Fitto dalle commissioni competenti del Parlamento europeo. Dopo una giornata intensa di litigi e rinvii del voto, alla fine la commissione per lo Sviluppo regionale ha confermato Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione europea a Coesione e Riforme e le commissioni Ambiente, Industria ed Energia e Affari economici ha approvato Teresa Ribera vice presidente esecutiva alla Transizione pulita, giusta e competitiva. 

I tre gruppi che fanno parte della "maggioranza Ursula", ovvero Popolari, Socialisti e Liberali, nel tardo pomeriggio avevano trovato la quadra su un documento condiviso (una "dichiarazione di cooperazione") per dare semaforo verde agli "esami" dei sei vicepresidenti esecutivi designati con una larga maggioranza (i due terzi dei coordinatori dei comitati parlamentari competenti).

L'accordo che è stato raggiunto prevede anche che tutti e sei i candidati vicepresidenti, quindi anche Teresa Ribera e Raffaele Fitto, passino con i 2/3 della maggioranza nella valutazione dei coordinatori dei gruppi all'interno delle commissioni competenti. I coordinatori della commissione Affari Regionali del Pe chiamati a valutare il candidato commissario Raffaele Fitto erano stati convocati per le ore 19 di questa sera. Allo stesso orario erano stati convocati anche i coordinatori delle tre commissioni parlamentari chiamate a valutare Teresa Ribera. Come per Fitto e Ribera anche gli altri 4 candidati vicepresidenti sono stati votati questa sera alle 19. Le riunioni dei coordinatori delle commissioni competenti sono avvenute contemporaneamente, così come quella che riguarda la valutazione del candidato commissario Oliver Varhelyi.

"Un accordo che ci delude: da parte nostra, c'era bisogno di un cambiamento di portafoglio di Fitto. E se non c'è, voteremo contro Fitto e contro l'ungherese Varhelyi", ha detto il copresidente dei Verdi Ue, Bas Eickhout, al termine della conferenza dei presidenti al Parlamento Ue. "Lunedì decideremo comunque il nostro voto finale" sulla nuova Commissione di von der Leyen, ma così l'Ue crea "una situazione molto instabile", ha aggiunto.

Era caduta l’opposizione di Socialisti e Liberali a sostenere Raffaele Fitto, la cui vicepresidenza esecutiva veniva contestata per la sua appartenenza al gruppo dell’Ecr, che non fa parte della "maggioranza Ursula" che a luglio ha confermato la presidente von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione europea.

"Siamo determinati a lavorare insieme per rafforzare l’Unione europea. L’Ue si fonda sui valori enunciati nell’articolo 2 del Trattato e nella Carta dei diritti fondamentali — si legge nel primo punto della dichiarazione di coordinamento, che conta nove paragrafi —. Crediamo che le soluzioni verranno dalla cooperazione dei nostri gruppi politici e di tutti coloro che desiderano costruire un’Unione basata su questi valori e sono pronti ad affrontare le sfide globali, sostenendo le istituzioni democratiche. Lo Stato di diritto, una posizione pro-Ucraina e un approccio pro-europeo sono aspetti fondamentali della nostra cooperazione". Questo è il passaggio chiave che di fatto apre la porta alla cooperazione con il gruppo Ecr di Giorgia Meloni e che nei fatti rappresenta una vittoria per la linea tenuta dal presidente e capogruppo del Ppe Manfred Weber nei mesi scorsi e una retromarcia per la capogruppo dell’S&D, la spagnola Iratxe García Pérez, che aveva indicato il sostegno a Fitto come una linea rossa invalicabile. 

Popolari contro Riberi perché non Nella "non risponde alle domande su eventuali dimissioni se la giustizia spagnola la accusasse di illeciti nella gestione delle inondazioni"

L’accordo era stato appoggiato dalla grande maggioranza del Ppe, tranne che dagli spagnoli, che erano “sul piede di guerra”. L’intesa raggiunta, che “lascia spaccature ovunque”, dovrebbe consentire al Parlamento Europeo di votare in plenaria l’intero collegio, mercoledì prossimo a Strasburgo. Il problema  non era più l’ostilità dei socialisti alla nomina di Raffaele Fitto, ma quella dei Popolari alla nomina di Teresa Ribera, vicepremier socialista, oggi sentita alle Cortes sulle alluvioni che hanno causato oltre 200 morti nella regione di Valencia alla fine del mese scorso. “Il Gruppo Ppe al Parlamento europeo ha seguito da vicino il dibattito sulle conseguenze delle inondazioni a Valencia con la ministra spagnola e candidata designata per la Commissione europea, Teresa Ribera. Nella sua apparizione al Parlamento spagnolo, la candidata ha evitato di rispondere alle ripetute richieste dei parlamentari sul suo impegno a dimettersi se la giustizia spagnola la accusasse di illeciti nella gestione delle inondazioni in due regioni spagnole. Il Gruppo Ppe desidera sottolineare che dovrebbe essere pronta a dimettersi a seguito di una richiesta del sistema giudiziario spagnolo - afferma il gruppo del Ppe al Parlamento europeo -. Una valutazione completa della sua apparizione al Parlamento spagnolo avrà luogo più tardi oggi e verrà presa in considerazione quando i gruppi politici al Parlamento europeo decideranno sulle valutazioni in sospeso dei candidati alla Commissione europea”.

Il gruppo socialista si è spaccato sul documento, ma García Pérez ha in questo modo messo in sicurezza il voto del Ppe su Ribera.

"I socialisti hanno un ruolo forte. I liberali hanno ruolo forte. Il Ppe è in testa e ha molti commissari. E anche l’Italia dovrebbe far parte della futura leadership della Commissione dal nostro punto di vista. È un approccio equilibrato. E ora stiamo arrivando in una situazione in cui abbiamo anche il sostegno di altri gruppi. Ciò ci rende molto felici perché, ancora una volta, abbiamo bisogno di stabilità in Europa. Quindi lo sviluppo è promettente», ha detto Weber al termine della Conferenza dei presidenti e prima che si riunissero i coordinatori delle commissioni parlamentari. Weber ha anche sottolineato che «alla fine Fratelli d’Italia ha contribuito ad avere la maggioranza nel Parlamento europeo. I Verdi hanno rifiutato di sostenere il Patto per le migrazioni. Quindi questo è per me uno degli argomenti che mi ha dato la chiarezza sul fatto che il governo italiano, anche sotto la guida di Giorgia Meloni, vuole contribuire a risolvere i problemi legalmente sulla base dei nostri valori a livello europeo. E questo è un buon segnale». Inoltre Weber ha ricordato che "durante la scorsa settimana, in tutto il processo di approvazione nelle audizioni dei commissari qui al Parlamento europeo, abbiamo visto un gruppo Ecr che era pienamente impegnato a sostenere tutti i candidati. Quindi l’Ecr, questa è solo un’osservazione da parte mia, è pronto a lavorare in modo costruttivo per portare una prossima Commissione in carica e questa è una buona notizia".

Critici i Verdi. Il copresidente Bas Eickhout, all’uscita della conferenza dei Presidenti ha commentato che l’Ecr sarà "molto felice" ma "onestamente non vedo la possibilità di un lavoro stabile con Ecr", ha aggiunto.

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