26 Settembre 2024
Fonte: imagoeconomica
Israele si prepara all'invasione di terra in Libano. Pronta un'escalation totale in Medioriente, come tra l'altra asserito dall'Onu, secondo cui si va "sull'orlo del baratro". L'avvertimento del primo ministro Benjamin Netanyahu assomiglia più ad un urlo di guerra: "Colpiremo Hezbollah con tutta la nostra forza". Netanyahu che ha già raggiunto New York dove parlerà all'assemblea delle Nazioni Unite.
È stata l'Idf ad avvertire dell'imminente invasione di terra in Libano. Il comandante Uri Gordon ha dichiarato che le truppe "devono mantenersi più che pronte all'azione e all'invasione". Il capo di Stato maggiore israeliano Herzi ha-Levi ha rivelato di aver richiamato in servizio due brigate di riservisti che dovranno "tenersi pronte in ogni momento per una operazione terrestre". Potrebbero essere impiegate – ha spiegato – nel Libano del sud, "con gli stivali sul terreno".
"Diciamo con una sola voce chiara: fermate le uccisioni e la distruzione. Abbassate la retorica e le minacce. Fate un passo indietro dall'orlo del baratro. Una guerra totale deve essere evitata a tutti i costi", ha detto Guterres ai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Quest'ultimo ha sostenuto che "l'inferno si sta scatenando in Libano". Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che "una guerra totale è possibile" ma non è mai arrivato un freno da parte degli Usa alla furia di Israele. Nell'ultimo raid in Libano si contano oltre 50 morti e 223 feriti. Il bilancio delle vittime è probabilmente destinato ad aumentare. L'invasione di terra arrivate dopo settimane di provocazioni da parte di Israele verso il Libano, tra l'esplosione di cercapersone e walkie talkie e il lancio di razzi che ha fatto fuori miliziani di Hezbollah e civili, tra cui bambini.
La Francia ha ufficializzato la sua proposta sulla crisi in Libano: 3 settimane di tregua. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ne ha parlato all'Onu, parlando di un "cessate il fuoco" della durata di "21 giorni". Difficile che Israele possa accettare.
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