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Auto elettriche cinesi, dazi al 100% dal Canada come Usa e Ue, Pechino: “Danneggerà i rapporti economici tra i due paesi”

“Paesi come la Cina hanno scelto di concedersi un vantaggio sleale sul mercato globale” ha dichiarato il primo ministro canadese Trudeau. Tariffe del 25% anche su acciaio e alluminio

27 Agosto 2024

Canada, dazi al 100% sulle auto elettriche made in China,  basta al “vantaggio sleale sul mercato globale”

Il Canada segue le impronte degli Stati Uniti e dell'Unione Europea nello scontro sulle auto elettriche. I dazi saranno portati al 100% sui veicoli elettrici e al 25% su acciaio e alluminio. Anche grazie al rapporto di libero scambio Usmca, il settore automobilistico canadese è molto integrato con quello del Nordamerica, dove arriva la maggior parte della produzione di veicoli leggeri canadesi. “La concorrenza sleale della Cina, intenzionalmente diretta dallo Stato, sta minando la capacità dell'industria canadese di competere” ha dichiarato la ministra delle Finanze del Canada, Chrystia Freeland. Il dazio del 100% entrerà in vigore a partire da ottobre sommandosi a quello già esistente del 6,1%. Probabilmente non saranno colpite solo le vetture elettriche ma anche batterie, chip, pannelli solari e minerali critici. La consultazione con le imprese è prevista su tutti questi settori.

La preoccupazione del governo canadese

Secondo i dati di Statistics Canada, l'import delle auto cinesi in Canada è salito a 1,6 miliardi di dollari nel 2023, da meno di 100 milioni nel 2022. I numeri sono saliti dopo che Tesla ha cominciato a spedire in Canada i veicoli Model Y dalla sua fabbrica di Shanghai al porto di Vancouver. Questo modello di automobile è l'unico veicolo elettrico fabbricato in Cina ed esportato in Canada. La preoccupazione più grande del governo canadese è che ai veicoli Tesla arrivino produzioni cinesi a basso costo che potrebbero portare al boom delle auto cinesi in Canada. I dazi vengono richiesti, dal settore automobilistico, non solo per i prodotti nazionali ma anche per proteggere i posti di lavoro e i salari, messi a dura prova dagli standard di lavoro molto meno rigidi della Cina. Produttori come Stellantis, Volkswagen e Honda hanno ricevuto ricche sovvenzioni dal potere esecutivo per la costruzione di fabbriche di veicoli elettrici e batterie. Anche i produttori di acciaio e alluminio hanno sollecitato il Governo per delle manovre più restrittive sul commercio cinese per non mettere a rischio i posti di lavoro locali. “La Cina non gioca secondo le regole” ha dichiarato Catherine Cobden, presidente e amministratore delegato della Canadian Steel Producers Association.

La risposta di Pechino alle restrizioni canadesi

La reazione di Pechino non si è fatta attendere: “Adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare i diritti e gli interessi delle nostre imprese”. La mossa canadese, ha affermato un portavoce dell'ambasciata cinese in Canada - sul sito web della missione diplomatica - “danneggerà il commercio e la cooperazione economica tra Cina e Canada, gli interessi dei consumatori e delle imprese canadesi e rallenterà il processo di transizione verde del Canada”. “Questa mossa è un tipico protezionismo commerciale e una decisione motivata politicamente” aggiunge il portavoce cinese nelle sua dichiarazione.

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