01 Luglio 2024
Donald Trump (fonte foto Lapresse)
La Corte Suprema americana ha concesso una parziale immunità presidenziale a Donald Trump nel processo per l'assalto al Capitol Hill. La decisione è valida solamente per gli atti ufficiali, ossia le azioni prese nei suoi poteri costituzionali. Il tycoon, infatti, non è coperto dall'immunità "per le azioni prese nelle sue funzioni private". La Corte Suprema ha però demandato a una corte di livello inferiore l'onere di decidere come e quando applicare l'immunità parziale.
La decisione della Corte Suprema consentirà al processo di proseguire, ma con ulteriori rallentamenti (sicuramente oltre l'election day del 5 novembre) perché si dovrà distinguere tra atti ufficiali e atti privati. Trump è imputato anche per le carte segrete di Mar-a-Lago e per il tentativo di ribaltare il voto in Georgia. Con questa sentenza, per la prima volta dalla fondazione della nazione nel XVIII secolo la Corte Suprema dichiara che gli ex presidenti possono essere protetti da accuse penali in alcuni casi. "Una grande vittoria per la Costituzione e la democrazia, sono fiero di essere americano", a commentato a caldo il tycoon.
Il commento è arrivato anche dal comitato elettorale di Joe Biden, che si è detto deluso. Secondo il comitato comunque il pronunciamento "è politicamente inutile perché non cambia i fatti relativi al 6 gennaio", giorno dell'assalto al Campidoglio, e quindi che "Donald Trump ha incoraggiato la folla a rovesciare i risultati di un'elezione libera ed equa". Non solo, nella nota della campagna presidenziale democratica si evince che Trump "è candidato alla presidenza pur essendo un criminale condannato per la stessa ragione per cui è rimasto seduto a guardare mentre la folla attaccava violentemente Capitol Hill: pensa di essere al di sopra della legge ed è disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere e mantenere il potere".
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