Maldive, governo vieta ingresso a cittadini di Israele in risposta al genocidio a Gaza: l'arcipelago è maggioranza musulmano

Una scelta decisiva quella presa nelle ultime ore dal governo delle Maldive: vietare l'ingresso ai titolari di passaporto israeliano. La decisione è stata determinata a seguito del crescente malcontento della popolazione, essendo l'arcipelago un Paese a maggioranza musulmana, verso gli attacchi delle forze israeliane a Gaza. Il ministro dell'Interno Ali Ihusan ha annunciato la delibera durante una conferenza stampa. La risposta da parte di Tel Aviv non si è fatta attendere, ed il consiglio che è stato dato è stato quello di evitare qualsiasi viaggio nell'arcipelago e di andarsene a chi invece si trova già nell'arcipelago. Le Maldive, un insieme di circa 1.200 atolli, attira ogni anno più di un milione di turisti, di cui circa 15mila sono di passaporto israeliano. L'anno scorso sono stati 11mila, corrispondenti allo 0,6% degli arrivi turistici.

Maldive, governo vieta ingresso ai cittadini di Israele in risposta al genocidio a Gaza: l'arcipelago è maggioranza musulmano

Il ministro dell'Interno maldiviano Ali Ihusan ha constatato che "il governo ha deciso di apportare le modifiche legali necessarie per vietare l'ingresso alle Maldive con passaporti israeliani il prima possibile", tanto da istituire un comitato speciale di ministri per rendere più sbrigativo il procedimento, dopo aver testimoniato la crescente rabbia della popolazione musulmana nei confronti della guerra di Israele nella Striscia di Gaza.

La risposta israeliana

Nonostante non sia ancora chiaro quando entrerà in vigore il divieto, Israele ha replicato. Si consiglia di "evitare qualsiasi viaggio alle Maldive", come fa sapere il ministero degli Affari Esteri guidato da Israel Katz: "La raccomandazione è valida anche per i cittadini israeliani in possesso di passaporto straniero, oltre a quello israeliano". La nota continua spiegando che "per i cittadini che rimangono nel Paese si consiglia di prendere in considerazione l'idea di andarsene" in vista di possibili peggioramenti della situazione, che renderebbero difficile il processo di aiuti da parte del governo israeliano nei confronti dei loro cittadini nell'arcipelago.