Biden nello Utah, il post su fb: "Quando lo vedrò, rispolvererò il mio fucile"; ucciso dall'Fbi l'autore Craig Robertson in un blitz

Si chiamava Craig Robertson l'uomo che, il 7 agosto scorso, aveva scritto un post sui propri canali social considerato dal Federal Bureau of Investigation (Fbi) una chiara minaccia alla vita del presidente Biden. L'uomo, fortemente critico dell'operato e delle politiche del presidente in carica, aveva scritto: "I hear Biden is coming in Utah. Digging out my old Ghillie Suit and cleaning the dust off the M24 sniper rifle. Welcome, buffoon-in-chief! (Ho sentito che Biden sta venendo nello Utah. Tirerò fuori il mio Ghillie (una tuta mimetica, ndr) e toglierò un po’ di polvere al mio fucile di precisione M24. Benvenuto, buffone in carica!)".

Fbi uccide in un blitz Craig Robertson: aveva scritto sui social un post minaccioso nei confronti di Trump

Non era la prima volta che Robertson minacciava personalità note delle istituzioni americane. Era già successo, ad esempio, nel marzo scorso, quando si era scagliato contro Alvin Bragg, il procuratore distrettuale di Manhattan che aveva condotto l'inchiesta riguardo ai pagamenti, da parte dell'ex presidente Donald Trump, nei confronti di due escort. All'epoca Robertson aveva scritto: "Ti aspetterò nel parcheggio del tribunale con la mia Smith & Wesson 9mm per abbattere uno stupido procuratore radicale che non sarebbe mai dovuto essere nominato. Ciao ciao a un altro corrotto".

Parole, quelle del 75enne, veterano dell'Us Air Force, certamente di rara violenza, ma alle quali non sembrava dovessero seguire azioni concrete. Le scorse settimane, infatti, l'uomo era stato raggiunto da un agente dell'Fbi, che gli aveva chiesto spiegazioni riguardo a quanto scritto sui social. Robertson aveva semplicemente risposto che si trattasse di "sogni", per poi cacciare l'agente intimandogli di tornare con un mandato, se avesse voluto parlare con lui. Poche ore più tardi, un nuovo post: questa volta nessuna minaccia, o presunta tale, ma solo un moto di derisione nei confronti del Bureau, accusato di voler limitare il suo diritto di parola persino nel suo vialetto di casa. 

Mercoledì, infine, il blitz dei federali. Gli agenti hanno raggiunto la casa dell'uomo a Provo, nello Utah (circa 80 chilometri dalla capitale dello stato, Salt Lake City) verso le 06.15 del mattino del 9 agosto, poche ore prima della visita di Biden nello stato. Non sono chiare le dinamiche dei fatti, né se da parte di Robertson ci sia veramente stata una qualche forma di minaccia. L'unica cosa certa è che siano stati sparati colpi di arma da fuoco da parte degli agenti e che, da quella casa, il 75enne non è più uscito. 

Chi era Craig Robertson, ucciso dall'Fbi durante un blitz causato da un post

Secondo quanto riportato dai media statunitensi, Robertson era un fedele supporter dell'ex presidente Donald Trump, oltre che veterano del Vietnam con l'aeronautica e padre di tre figli, avuti da due diversi matrimoni. 

75enne, Craig era noto nella piccola comunità di Provo come un grande appassionato di armi. Nella sua abitazione, gli agenti hanno trovato un vero e proprio arsenale, composto da decine di fucili e pistole. A ricordarlo per questa sua passione, largamente sfoggiata sui social con decine di foto, è uno dei vicini di casa, Travis Lee Clark, secondo il quale, tuttavia, le posizioni di Robertson non sarebbero particolarmente fuori dall'ordinario in questa parte del Paese, tanto quelle riguardanti le armi, quanto quelle inerenti la politica.