30 Giugno 2023
Fonte: Getty Images
Continuano gli scontri in Francia, dove il clima di violenza seguito alla morte di un 17enne di Nanterre (ucciso a colpi di pistola da un poliziotto) sembra far scivolare verso la guerriglia urbana diffusa e incontrollata. Per la terza notte di fila sono stati eseguiti centinai di arresti, che fanno salire il numero di manifestanti in galera a 667 dall’inizio degli scontri. Sono cifre impressionanti, che tradiscono una situazione ormai fuori controllo, nonostante il dispiegamento da parte delle autorità di un esercito di 40 mila agenti distribuiti su tutto il territorio della Repubblica.
Parigi e Marsiglia, in particolare, le città che nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 giugno hanno visto le maggiori, e più efferate, violenze. Nella capitale ad essere prese di mira sono state soprattutto le vie del lusso, nel centro della città: diversi negozi sono stati saccheggiati in Rue de Rivoli. Nelle banlieue parigine non si contano il numero di scontri con gli agenti in tenuta antisommossa, fatti oggetto di sassaiole e spari di fuochi d’artificio. Secondo numerosi testimoni, poi, la gendarmeria avrebbe risposto con particolare durezza, alternando momenti di arretramento a numerose cariche contro i manifestanti.
Altra zona calda di queste notti francesi è il quartiere Nanterre, dove il giovane Nahel è stato ucciso con un colpo di pistola. Qui una banca è stata data alle fiamme, costringendo le autorità ad evacuare i palazzi circostanti, a rischio incendio. Numerosi, poi, gli edifici pubblici presi di mira.
Secondo le notizie rimbalzate tutta la notte dal Paese, comunque, la situazione più grave si sarebbe finora registrata a Marsiglia. Nella città affacciata sul Mediterraneo, infatti, sarebbero state dispiegate truppe in assetto antisommossa, oltre a poliziotti e agenti, che sarebbero state costrette ad evacuare la zona del porto, ormai completamente fuori controllo.
Intanto, da Bruxelles, il Presidente francese Macron ha annunciato per le 13:00 di oggi una riunione di crisi con il Governo per monitorare la situazione interna del Paese. Questa è la seconda riunione di fila, dopo quella di ieri, organizzata dal vertice dell’Eliseo e, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere occasione per la proclamazione dello stato d’emergenza, in tutto il Paese o nelle aree più calde.
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