20 Aprile 2023
Il Parlamento europeo, durante la sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato questa mattina un emendamento dei Verdi "che condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia".
Nell'emendamento, che è passato con 282 voti favorevoli, 235 contrari e 10 astenuti, si legge: "Il Parlamento esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender e anti-Lgbtiq a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbtiq sono un'ideologia anziché esseri umani".
Il contesto in cui questo emendamento va a collocarsi è quello della relazione sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità che invece è stata approvata con 416 voti a favore, 62 contrari e 36 astenuti e che si concentra in modo particolare sul dossier Uganda che in questi mesi sta impegnando i corridoi di Strasburgo.
Il Parlamento europeo "sottolinea che il disegno di legge, che propone la pena di morte, l'ergastolo o fino a 20 anni di carcere per i reati di omosessualità, o la sua promozione", viola certamente la Costituzione ugandese, nonché gli obblighi dell'Uganda nei confronti della Carta africana dei diritti umani e dei popoli e il diritto internazionale.
Presente nella risoluzione del Parlamento anche la preoccupazione dei deputati per il "possibile impatto del disegno di legge nella regione africana, data la crescente tendenza a criminalizzare le persone Lgbtiq in alcune parti dell'Africa, come Ghana, Niger e Kenya. La risoluzione deplora il contributo del presidente Museveni all'odiosa retorica sulle persone Lgbtiq, aggiungendo che le relazioni Ue-Uganda saranno a rischio se il presidente dovesse firmare la legge".
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