03 Aprile 2023
Daria Trepova, fonte: Twitter @Maverick_1956
È ormai di dominio pubblico, è Daria Trepova la donna accusata dell'attentato di San Pietroburgo dove il blogger russo Vladlen Tatarsky ha perso la vita. Arrestata e ed interrogata, la 26enne ha ammesso: "Ho portato io l’esplosivo che l'ha ucciso (Tatarsky, ndr)".
Daria Trepova è nata nel 1997 e risiede a San Pietroburgo, teatro dell'attentato. La giovane ha già precedenti considerando che è stata arrestata stata il 24 febbraio durante una manifestazione contro la guerra. Assieme a lei, interrogate la madre e la sorella che però "non sono state formalmente arrestate". La donna ha sempre risieduto a San Pietroburgo ed il suo carattere a dir poco esuberante l'ha portata anche ad essere espulsa dalla facoltà di Economia, lo scorso 2019.
Secondo alcuni utenti russi sui social, Trepova sarebbe la moglie di Dmitry Rylov, complice dell'attentato e raffigurato come "un disertore della mobilitazione parziale, appartenente al partito libertario, firmatario dell'appello per la liberazione di Navalny".
La 26enne, accusata di aver ucciso l'uomo a cui ha consegnato la statuetta che conteneva un ordigno, è stata arrestata all'interno di un appartamento, preso in affitto a marzo, distante soltanto pochi minuti a piedi dal bar dell'attentato. La donna è stata vista da sola dai testimoni a uno dei tavoli dello Street Food Bar n.1. Ha i capelli chiari, ed è arrivata al caffè con la gonna corta scozzese, camuffando il suo nome per non farsi riconoscere. Diceva infatti di chiamarsi Nastja e di essere una studentessa dell'Accademia di Belle arti.
Secondo i russi l'attacco è coordinato dai servizi di sicurezza ucraini e "ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione" dell'oppositore russo Aleksei Navalny. "È stato stabilito che l'attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un'attiva sostenitrice", è la nota del Nac.
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