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Gb, la Chiesa inglese verso la riforma di genere: il "Padre Nostro" accusato di maschilismo

Alcuni vescovi vorrebbero modificare i riferimenti maschili a Dio in favore dell'adozione di un genere neutrale. Sotto accusa anche il "Padre Nostro": "vettore di discriminazione e sessismo"

09 Febbraio 2023

Anche il "Padre Nostro" accusato di maschilismo. La Chiesa inglese verso la riforma di genere

Papa Francesco. Fonte: Lapresse

Nemmeno Dio è immune all'ideologia gender. A cadere sotto le accuse di maschilismo questa volta tocca ai pronomi maschili riservati a Nostro Signore, che secondo alcuni prelati della Chiesa Inglese contribuirebbero a mantenere intatti secoli di "discriminazione e sessismo contro le donne". "Modernizzare" è la parola d'ordine dei sostenitori del nuovo dio "gender-neutral", a cui viene anche contestato l'appellativo di "Padre": il "progetto di un linguaggio più inclusivo nell'ambito delle funzioni religiose autorizzate", così come lo presenta il collettivo WATCH (Women And The CHurch), non risparmierebbe neppure l'incipit della più nota e rappresentativa preghiera cristiana, il "Padre Nostro".

Gender, anche il "Padre Nostro" accusato di maschilismo

Una simile alterazione delle abitudini liturgiche dovrebbe però essere approvata all'unanimità dall'organo direttivo della Chiesa inglese, Il Sinodo Generale, e molte sono le proteste sollevate dai suoi membri più tradizionalisti. Il Reverendo Ian Paul, per esempio, precisa che "il fatto che Dio sia chiamato "Padre" non può essere sostituito da "Madre" senza un'alterazione del significato, così come non può essere "neutralizzato" in "Genitore" senza una perdita di senso", mentre si mostra più drastico Chris Sugden, presidente dell'organizzazione anglicana conservatrice Anglican Mainstream, quando insiste sul principio di "autorevolezza delle scritture": "Gesù disse: 'quando preghi, di' Padre Nostro'. Gesù era forse in torto?".

"Vogliono rendere Dio gender-neutral": la Chiesa Inglese verso la riforma di genere

Nonostante l'opposizione di parte del clero, però, un precedente c'è. La Chiesa Episcopale Scozzese, infatti, per ammissione di uno dei suoi portavoce, ha reso noto di aver introdotto formule meno marcate dal punto di vista del genere nell'atto di rivolgersi a Dio, fin dall'Assemblea Generale del lontano 1988. Senza compromettere l'autenticità e il messaggio dei testi sacri, si è raggiunta quella che viene definita "libertà teologica" in termini di modi di indicare la divinità, sotto il mantra "Dio non ha un genere".

Al momento, in merito alla questione non sono trapelate prese di posizione da parte dei vertici del Vaticano, ma la vicenda ha tutte le carte in regola per accendere la miccia dell'ennesima carica di dinamite sotto la scrivania di Papa Francesco.

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