19 Gennaio 2023
Eva Kaili, fonte Imagoeconomica
I legali della politica greca parlano in difesa di Eva Kaili, coinvolta nell'inchiesta sul Qatargate: "È stata tenuta per 16 ore in una cella della polizia, non in prigione, al freddo, con la luce accesa senza possibilità di dormire. Le è stata rifiutata una coperta e la possibilità di lavarsi in condizioni di indisposizione". Ora la giustizia belga deve valutare se continuare a tenerla in cella o disporre misure alternative. La donna ha potuto vedere la figlia di 23 mesi, solo 2 volte da quando è entrata in carcere il 9 dicembre scorso.
"Eva Kaili è stata torturata": è l’accusa del suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos, al termine dell’udienza davanti alla Camera di Consiglio, che deve valutare la richiesta di scarcerazione per la politica greca, coinvolta nell’inchiesta sul Qatargate, in carcere dal 9 dicembre scorso.
"La scorsa settimana è rimasta per tre giorni in isolamento", continua con la denuncia l’avvocato dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo, "e per 16 ore l’hanno tenuta con la luce accesa, faceva freddo e non le hanno dato una coperta. Era indisposta e ha perso molto sangue. Questa è tortura, siamo al Medioevo".
La giustizia belga deve decidere se estendere la detenzione dell'esponente politica o disporre misure alternative. Eva Kaili è rappresentata in aula dagli avvocati André Risopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos. La decisione dei giudici è attesa entro la fine della giornata.
"Non smetterò mai di dire che è innocente", ribadiscono gli avvocati, "Eva Kaili non ha mai avuto alcuna collaborazione professionale con il signor Panzeri. Dal pomeriggio di mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio, Eva Kaili è stata posta in isolamento su decisione del giudice istruttore Michel Claise. È stata tenuta per 16 ore in una cella della polizia, non in prigione, la luce era costantemente accesa e non le permetteva di dormire, aveva il ciclo e non le è stato permesso di lavarsi".
"Eva Kaili affronta le accuse ma c'è sempre la presunzione di innocenza, siamo in Europa! Queste condotte violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, questi fatti costituiscono tortura, questi fatti rispecchiano il Medioevo. Spero in un processo equo, siamo in Europa". Da quando è stata arrestata oltre un mese fa, Eva Kaili ha potuto vedere sua figlia di 23 mesi solo due volte "e se resta in carcere non la potrà vederla prima di febbraio in Belgio l'unica regola che permette ufficialmente di vedere il proprio figlio in prigione vale per i condannati, non per le detenzioni preventive". Così continuano gi avvocati in sua difesa.
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