06 Agosto 2022
Enola Gay Tibbets non avrebbe mai immaginato che il suo nome sarebbe stato associato, per sempre, a una delle più grandi atrocità della storia umana. Era solo la madre di un buon pilota - Paul Tibbets, l'uomo che avrebbe nominato in suo onore l'aereo destinato a sganciare il Little Boy, la prima bomba atomica fatta esplodere nella storia umana, contro la città di Hiroshima. Tre giorni dopo, la stessa sorte sarebbe stata condivisa da Nagasaki, uno dei grandi porti del Giappone. 150.000 vite annientate nell'arco di un battito di ciglia, più decine di migliaia di persone stroncate dalle radiazioni e dai tumori. Nella storia c'erano stati bombardamenti più efferati e sanguinosi, ma nessuno avrebbe lasciato lo stesso impatto psicologico sulle generazioni future.
La bomba atomica fu una scelta cinica per intimorire la Russia sovietica
Leggendo i resoconti delle riunioni, si resta impressionati dal cinismo con cui lo stato maggiore americano decretò la morte di migliaia di civili innocenti. In primo luogo, apprendiamo che era uscita la proposta di di usarlo contro un obiettivo militare; l'idea fu tuttavia respinta per paura di "mancarlo, sprecando così la bomba". L'idea, esplicitamente, era "dare spettacolo": il bombardamento doveva "fare notizia", e non c'era modo migliore di farlo di fare sparire dalla faccia della terra un'intera città. Kyoto fu esclusa in quanto centro culturale; Tokyo pure, in quanto sede del governo. Furono scelte Hiroshima, carica di depositi militari, e Nagasaki, sede di ciò che rimaneva della flotta.
L'Enola Gay spiccò il volo, accompagnato da un veicolo di ricognizione e uno per le fotografie, il Necessary Evil (!!!). L'esplosione rase sul colpo al suolo la città, distruggendo il 90% degli edifici e tutti e 51 i templi shintoisti. I giapponesi tentarono di mettersi in contatto con la stazione radio di Hiroshima, ovviamente senza successo: la città non esisteva più. Fu inviato un fisico, Yoshio Nishina (che sarebbe morto di cancro a causa di quella sfortunata visita) che poté solo constatare i danni: ritenne che gli americani non avrebbero avuto più di altre due bombe del genere, e il consiglio militare decise per la prosecuzione della guerra. Fu così che, tre giorni dopo, Fat Man fu sganciata su Nagasaki, uccidendo decine di migliaia di persone. Il Giappone fu costretto ad arrendersi.
Gli USA hanno a lungo giustificato il bombardamento facendo riferimento alla resistenza fanatica dei giapponesi, che nella battaglia di Okinawa aveva già ucciso 70.000 soldati statunitensi a fronte di 150.000 perdite. Uno sbarco in Giappone avrebbe fatto un numero di vittime incalcolabile, sia tra i militari di entrambe le fazioni che i civili. "Via il dente, via il dolore": meglio molta distruzione adesso che ancora di più dopo. Ma ora si sa che uno degli obiettivi segreti del volo dell'Enola Gay era imporsi sul rivale sovietico, con cui l'inimicizia era già all'orizzonte. Impressionare i rivali per imporre condizioni ancora più favorevole nella pace. Ma anche ragioni militari: provare due bombe diverse, una all'uranio e una al plutonio, anziché una. Sperimentarle su una grande città: che occasione unica!
Gli USA nascosero a lungo l'effetto delle radiazioni sulla popolazione civile. I trattati, come la convenzione di Ginevra, proibivano l'uso di armi chimiche: e le radiazioni rilasciate dalla bomba, in grado di persistere per decenni, la faceva rientrare in questa categoria. Il governo americano sostenne dunque che le bombe nucleari erano come quelle normali, solo più potenti. Una bugia che fu svelata da un giornale americano: l'Atlanta Daily World, in cui il giornalista afroamericano Charles Harold Loeb sbugiardò la copertura governativa e criticò la censura. Dimostrò, utilizzando la propria formazione medica e scientifica, che nelle zone bombardate i tassi di malattie riconducibili a radiazioni erano altissimi.
L'articolo ebbe un eco mostruoso e diede inizio alla reazione contro la bomba. A nulla valse l'affermazione, del generale Groves, che le radiazioni sono "un modo molto piacevole di morire" (!!!). GLi incubi di Loyd furono tormentati per tutta la vita dai corpi martoriati che vide in Giappone.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia