20 Agosto 2022
Gazprom (fonte: Lapresse)
Nordstream chiude ancora, stavolta per 3 giorni: l'annuncio è arrivato da Gazprom, la società controllata dal governo russo che gestisce le risorse di gas del paese. Stando alla motivazione ufficiale la chiusura è da giustificarsi con la necessità di operare interventi di "manutenzione" sull'impianto. È chiaro tuttavia che dietro la decisione possa nascondersi altro, come la volontà di esercitare una pressione sui governi europei. Come è già avvenuto infatti, tanto che da parte degli esecutivi dell'Unione si è assistito a una drastica diminuzione degli aiuti militari ed economici all'Ucraina di Zelensky. Capofila di questo nuovo trend è stato il governo tedesco di Scholz, il primo a violare indirettamente le sanzioni atlantiche verso il Cremlino.
"Occorre verificare manutenzioni ogni mille ore", hanno dichiarato i vertici di Gazprom a motivazione della decisione di chiudere il condotto. I tre giorni di chiusura andranno dal 31 agosto al 2 settembre. Un ulteriore macigno su un mercato energetico che in Europa sta facendo segnare prezzi record. Sul mercato di Amsterdam, dove si contrattano i futures energetici, il gas ha chiuso la seduta a 244,55 euro. Questo dopo aver toccato un massimo di 262,78 euro per megawattora, con un rialzo in percentuale rispetto alla chiusura precedente del 9,04%. Con il weekend di mezzo è lecito attendersi che monteranno le paure europee mentre la notizia della chiusura di Nordstream si diffonderà. Dunque vedremo prezzi presumibilmente ancora in rialzo il prossimo lunedì 22, quando i mercati riapriranno.
Si tratta della seconda chiusura programmata in poco tempo. Già il condotto aveva chiuso lo scorso luglio, per ben 10 giorni, dal 10 al 20. Anche in questo caso la motivazione era da addurre a interventi di manutenzione a causa di una turbina malfunzionante. Era stata la Germania a sbloccare l'impasse fornendo al Cremlino la nuova turbina importata dal Canada. Ciò costituì una parziale violazione delle sanzioni imposte contro Mosca dall'alleanza atlantica che, appunto, vietano qualsiasi scambio commerciale con l'aggressore dell'Ucraina. Nel frattempo il prezzo era cresciuto ulteriormente. Impressionante notare come in primavera del 2021 il gas era scambiato a circa 30 euro per megawattora. Oggi andiamo verso i 300.
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