Ucraina, per Draghi "la via del dialogo resta essenziale": ferma condanna all'azione della Russia

Anche Mario Draghi interviene nella crisi tra Russia e Ucraina, condannando il riconoscimento delle due repubbliche del Donbass da parte di Mosca. "Sono in costante contatto con gli alleati - ha dichiarato il premier - per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell'Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell'ambito dell'Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia". L'ipotesi di sanzioni alla Russia era peraltro già stata ventilata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio in mattinata, il quale aveva definito l'Italia "assolutamente convinta nel procedere su questa strada".

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Draghi ha poi aggiunto: "Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di una inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell'integrità territoriale". Nella notte l'esercito russo ha attraversato il confine con le repubbliche separatiste di Donestk e Lugansk, ufficialmente territorio ucraino ma di fatto controllate dai filorussi dal 2014.

Ucraina, per Draghi "la via del dialogo resta essenziale"

Sulla crisi in Ucraina il ministro Di Maio terrà un'informativa mercoledì 23 febbraio alle 16 nell'Aula della Camera. L'annuncio è stato aspramente criticato dal capigruppo di Fratelli d'Italia Francesco Lollobrigida, che ha protestato perché l'informativa non sarà tenuta dal presidente del Consiglio. Nel frattempo è stato dato il via libera al primo pacchetto di sanzioni degli ambasciatori dell'Unione Europea. Questo pacchetto include il bando di importazioni ed esportazioni dalle entità separatiste ucraine similarmente a quanto avvenute anni fa con l'annessione della Crimea. Oltre a ciò è previsto anche l'inserimento nella black list di nomi ed entità (politici, militari, operatori economici, esponenti dei meccanismi di disinformazione) più eventuali ulteriori personalità tra i comandanti delle forze di "peacekeeping" russe e i leader delle repubbliche separatiste.