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Istat, occupazione record al 62,7% a ottobre, +224mila occupati in un anno (+0,9%), permanenti +288mila, autonomi +123mila, a termine -188mila

L’occupazione in Italia torna a crescere a ottobre dopo alcuni mesi di stagnazione. 75mila occupati in più rispetto a settembre fa e record del tasso di occupazione

02 Dicembre 2025

Istat, tasso di occupazione record al 62,7% a ottobre, +224mila occupati in un anno (+0,9%), crescono gli indeterminati (+288mila)

Fonte: Imagoeconomica

Istat ha pubblicato i dati preliminari dell’occupazione per ottobre 2025. Rispetto al mese di settembre si è verificato un aumento di 75mila posti di lavoro, una cifra che compensa i risultati deludenti degli ultimi mesi per quanto riguarda i posti di lavoro.

Record dell'occupazione a ottobre: 62,7%

A livello annuale, gli occupati sono aumentati di 224mila unità, con una crescita di circa lo 0,9%. Crescono con molta forza i posti di lavoro a tempo indeterminato, +288mila, e gli autonomi, +123mila, mentre si è verificato un crollo dei contratti a termine, -188mila.

Il tasso di disoccupazione è sceso di 0,2 punti percentuali al 6%. Calo molto acuto di quello giovanile, che retrocede di 1,9 punti e scende sotto il 20%, a 19,8%. Rimane invariato, e molto alto, il tasso di inattività, al 33,2%. Record per il tasso di occupazione, che cresce di un decimo di punto al 62,7%.

Nel comunicato alla stampa, l’Istat ha commentato:

L’aumento degli occupati (+0,3%, pari a +75mila unità) coinvolge gli uomini, le donne, i dipendenti, gli autonomi e tutte le classi d’età a eccezione dei 25-34enni che risultano in diminuzione. Il tasso di occupazione sale al 62,7% (+0,1 punti).

Ritorna quindi una forte crescita dell’occupazione a fronte di una crescita economica assente o molto bassa. Un’anomalia che sta accompagnando l’economia italiana fin dalla fine dei lockdown, quando la spinta del “rimbalzo” post pandemia si è esaurita.

Normalmente infatti, la crescita dell’occupazione è accompagnata in maniera parallela da una crescita del PIL dello stesso tenore, a significare che i nuovi assunti hanno una produttività simile o maggiore di quella di quelli già presenti. Nel nostro Paese, dove il PIL è fermo da circa sei mesi, l’occupazione continua invece a crescere, segno che le aziende continuano a preferire l’assunzione di nuovi lavoratori agli investimenti in innovazione.

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