17 Marzo 2023
Il salvataggio di First Republic Bank, l'altra banca americana a rischio fallimento negli Usa, spinge le borse in avvio ma il nuovo crollo di Credit Suisse (-7,5%) le manda ko a metà giornata. Milano -,1,9%, Francoforte -1,2%, Parigi -1,5%, Londra 0,8%, Madrid -1,5%, Amsterdam -0,5%. L'istituto di credito californiano è stato salvato grazie all'immissione di capitale di 11 banche Usa, le più grandi che hanno depositato 30 miliardi di dollari. Un'azione che ha calmato i mercati compresa Wall Street. Lo spread a 187 punti.
Le turbolenze dei giorni passati sembrano assestarsi. Il caso di First Republic Bank che arriva dopo il crac di Svb è solo l'ultimo di una lunga serie di istituti di credito che tra fallimenti e salvataggi in extremis, stanno mandando in subbuglio gli indici finanziari. Tra i titoli milanesi, premiata Eni col +2,59%. Bene anche i titoli del comparto energetico, con Saipem +2,10% e Tenaris +2,15%, Enel +1,28%. Deboli invece Telecom Italia -0,67%, Leonardo +0,51% e Campari -0,18%.
Una giornata che sembra poco condizionata dal recente aumento dei tassi ad opera della BCE di ulteriori 0,50 punti portando quelli base al 3,4%. Una mossa che di fatto ignora il crac di Svb e il recente crollo di Credit Suisse, salvata dalla Banca centrale svizzera.
Le undici più grandi banche Usa hanno provveduto al salvataggio di First Republic Bank, declassata dall'agenzia di dating S&P al dating junk, vale a dire spazzatura. Tra gli istituti bancari coinvolti JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo con 5 miliardi di dollari a testa ciascuno, ma anche Goldman Sachs e Morgan Stanley che hanno dato 2,5 miliardi di dollari. Poi BNY Mellon, PNC Bank, State Street, Truist e US Bank con un miliardo a testa.
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