21 Settembre 2022
La Fed, la banca centrale degli Usa, alza i tassi dello 0,75% per la terza volta consecutiva, facendoli così schizzare ai massimi dal 2008. Adesso sono al 3-3,25%, ma sono previsti ulteriori rialzi. Gli esperti pensano che si possa arrivare addirittura al 4,4% entro la fine del 2022 e al 4,6% nel 2023. I prezzi sono attesi calare al 2% soltanto nel 2025. Il presidente, Jerome Powell, ha commentato: "Non c'è una strada indolore per battere l'inflazione".
"Non c'è una strada indolore per lasciarci l'inflazione alle spalle", ha affermato il presidente Jerome Powell. "I recenti indicatori puntano a una modesta crescita della spesa e della produzione. Il tasso di disoccupazione resta basso. L'inflazione invece è elevata riflettendo gli squilibri fra offerta e domanda legati alla pandemia, gli elevati prezzi di cibo e energia e più ampie pressioni inflazionistiche", ha detto ancora il numero uno della Fed.
La decisione di alzare i tassi di 75 punti base è stata presa all'unanimità. "La guerra in Ucraina sta creando ulteriori pressioni al rialzo sull'inflazione e sta pesando sull'attività economica globale", ha precisato Powell. "Siamo attenti ai rischi di inflazione". Gli esperti infatti prevedono un aumento dei tassi di almeno l'1,25% entro la fine dell'anno a una media del 4,4%, decisamente più alti della stima del 3,4% di giugno. Il prossimo anno si attende il picco del 4,6%. Lo si legge in un comunicato della banca centrale riportato dall'Ansa.
La Fed è "impegnata a riportare l'inflazione all'obiettivo del 2% e ha gli strumenti e la determinazione per farlo", ha spiegato Powell. "Al momento - ha continuato - siamo al punto più basso della forchetta che indica cosa riteniamo come restrittivo". E ancora: "Le decisioni sono prese sulla base dei dati economici e riunione per riunione per riunione".
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