Sustainable Economy Forum, a San Patrignano focus su transizione energetica. Bonomi: “Ucraina, rivedere tempistiche del PNRR”
Filo rosso dei lavori l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Presidente di Confindustria: "Guerra Russia-Ucraina, serve una forte presa di coscienza comune, vengono meno le condizioni che sono alla base del concetto stesso di sostenibilità"
Mobilità sostenibile, inclusione sociale, salute e sanità, transizione digitale: queste solo alcune delle sfide che ci attendono con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Carlo Bonomi, Confindustria: "Guerra in Ucraina, serve presa di coscienza comune. PNRR? Rivedere gli accordi con l'UE"
“Non possiamo però non tenere conto del conflitto russo ucraino”, sottolinea tuttavia Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, in apertura del Sustainable Economy Forum che si tiene oggi a San Patrignano. “La difficoltà di approvvigionamento dei materiali può rendere difficile realizzare gli investimenti previsti, ma non solo. Dobbiamo chiederci se a queste condizioni gli accordi con l’Europa sono ancora coerenti. Serve una forte presa di coscienza comune. Vengono meno le condizioni che sono alla base del concetto stesso di sostenibilità, che è ambientale ma anche economica e sociale”.
Il Forum, giunto alla quarta edizione, promosso da San Patrignano e Confindustria con Intesa Sanpaolo quale partner istituzionale, ha chiamato a raccolta importanti player economici che si alterneranno nelle tavole rotonde dedicate a ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’, ‘Trasformazione digitale e innovazione’, ‘Inclusione sociale’, ‘Cultura, educazione e ricerca’.
Pesenti, San Patrignano: “PNRR, bene gli investimenti ma occorre anche un’evoluzione culturale. Ci vorrà del tempo”
Carlo Pesenti, presidente della Fondazione San Patrignano, a Il Giornale d'Italia:
“Questo Forum ha come finalità quella di riproporre in modo attuale le tematiche della sostenibilità, che oggi devono essere declinate, dopo due anni di pandemia e con la guerra in Ucraina, soprattutto sotto il punto di vista sociale. Bisogna capire qual è l’impatto che dobbiamo creare sulla cultura e sul sociale.”
"Il PNRR è un progetto colossale che ha bisogno dei suoi tempi per essere declinato e intersecato anche con una dimensione culturale della società. Per cui, benissimo gli investimenti, ma la dimensione tecnologica va sovrapposta a un’evoluzione culturale, quindi ci vorranno tempi sicuramente più lunghi".
"San Patrignano ha vissuto due anni molto difficili con la pandemia: sono cambiate le relazioni con l’esterno per tutelare i ragazzi. Adesso è pronta perché quest’anno sarà un anno di ripartenza. Il percorso qui è molto lungo e articolato ma è anche importante che ci sia interazione con l’esterno”.
Marenghi, Confindustria: “PNRR e Guerra in Ucraina, sedersi intorno a un tavolo per ridefinire gli obiettivi”
Alberto Marenghi, Vicepresidente di Confindustria, a Il Giornale d'Italia:
“Gli incontri come quello di questa mattina sono molto utili e importanti anche perché Confindustria chiede da tempo misure strutturali per superare questo momento difficile in cui c’è un conflitto geopolitico, un costo importante delle materie prime. Con tutti gli stakeholders serve incontrarsi per discutere su come progettare il futuro e la sostenibilità è certamente uno di quei temi prioritari”.
"Riteniamo che il PNRR debba essere rivisto perché rispetto a quando lo abbiamo elaborato ci sono ora nuove incognite come la parte geopolitica e lo shock energetico, viene da sé la necessità di sedersi intorno a un tavolo e ridefinire il Piano alla luce delle nuove dinamiche."
"Non sappiamo quali saranno le categorie più colpite dalla carenza di materie prime perché purtroppo saranno colpiti tutti i settori. Pensiamo all’indotto della ceramica, che a causa della carenza dell’argilla che viene dall’Ucraina sta risentendo molto. Poi c’è una grande parte che riguarda l’alimentare. Devo anche dire che la recente indagine del Centro Studi di Confindustria ha evidenziato che circa il 50% delle imprese italiane potrebbe sospendere o ridurre la produzione nei prossimi tre mesi. La politica deve essere sempre al centro del dibattito e alla politica chiediamo di dare quelle risposte di cui oggi tutti, cittadini e imprenditori, necessitiamo”.
Viglianisi, Eni:" Economia circolare, dalla prima bioraffineria fino all'idrogeno per un approccio integrato"
Michele Viglianisi, Responsabile Circular Economy & Green Refining Eni, a Il Giornale d’Italia:
“Gli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno mostrando sempre più estremi e frequenti. Il conflitto in Ucraina con delle conseguenze importantissime sul costo dell’energia e quindi sul fronte sociale impongono di accelerare la transizione energetica verso un modello che riesca a declinare le tre dimensioni principali della sostenibilità. Serve sostenibilità economica, tutte le iniziative che mettiamo in campo devono aver le gambe forti per camminare da solo e generare valore. Serve soprattutto sostenibilità sociale, le nostre iniziative di riconversione di impianti, le iniziative di economia circolar per la riqualificazione dei rifiuti devono essere un’opportunità di conservare e generare occupazione in modo che questa transizione oltre ad essere efficace ed efficiente possa essere giusta e inclusiva.”
“Noi fummo i primi al mondo nel 2014 a trasformare una raffineria normale quella di Venezia, destinata alla chiusura per la crisi di quegli anni, in bioraffineria, dopo qualche anno questa è stata imitata da quella di Gela nel 2019. Oggi abbiamo una capacità di biomassa in biocarburante di 1,1 milioni di tonnellate all’anno, questa capacità sarà raddoppiata nel 2025, arriverà a 6 milioni di tonnellate entro dieci anni. Entro quest’anno poi tutte le nostre bioraffinerie saranno alimentate esclusivamente da scarti, non più olii in competizione con il ciclo del cibo, gli scarti diventano il nostro nuovo petrolio, rispetto agli olii non edibili e quindi non in competizione con il ciclo del cibo. Così come gli impianti di biometano, ne abbiamo acquisiti 22 e che in questo momento vengono alimentati con materiale agricolo, ma presto saranno alimentati da scarti e produrranno fino a 55 milioni di metri cubi l’anno di questo prodotto. Questa produzione salirà fino a 200 milioni entro il 2025 e fino a 10 miliardi entro il 2050 con l’obiettivo di sostituire tutto il metano fossile, utilizzato per trasporti, usi civili e industriali”
“Un approccio integrato per la rivoluzione green che deve essere ispirato da due parole chiave: progressività e neutralità tecnologica”.
BMW, Di Silvestre: “Nel 2021 abbiamo superato i nostri obiettivi di contenimento della CO2”
VIDEO - BMW, Di Silvestre: “Nel 2021 abbiamo superato i nostri obiettivi di contenimento della CO2”
Massimiliano Di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia:
“Nel 2021 abbiamo superato ancora una volta i nostri obiettivi europei di contenimento della CO2 e andiamo avanti in questo percorso.L’industria automobilistica europea è sicuramente sulla strada della sostenibilità però da oltre 10 anni siamo impegnati in investimenti sulla mobilità elettrica".
"Gli attuali obiettivi della Commissione dell’UE prevedono la riduzione delle emissioni del 37% tra il 2021 e il 2030, noi abbiamo una nuova normativa che propone una riduzione del 55% delle emissioni. Infine abbiamo il grande progetto del Green Deal”.
Mach, IMPact SGR: “Valutiamo le aziende dal punto di vista finanziario e sociale, questi i Fondi del futuro”
Stefano Mach, Amministratore delegato e fondatore di IMPact SGR, a Il Giornale d'Italia:
“Ad oggi i Fondi che hanno una maggiore sostenibilità sociale sono quelli del futuro. Noi abbiamo ad esempio lanciato un fondo che sia chiama ‘Impatto Lavoro Italia’ che investe su aziende italiane che hanno delle caratteristiche finalizzate al mantenimento dei posti di lavoro in Italia, alla creazione di posti di lavoro, all’aiuto di percorsi giovanili. Valutiamo quindi le aziende non solo dal punto di vista finanziario ma anche sociale.
Le sfide che si presentano con la Guerra in Ucraina saranno innanzitutto legate alla parte di business che oggi le aziende hanno in Russia. Le aziende si stanno muovendo in maniera molto diretta chiudendo addirittura le relazioni con la Russia e rinunciando anche a una parte del profitto, il che implica proprio che la sensibilità aziendale è altissima. Il mondo dell’economia e dell’industria si sta muovendo in maniera molto veloce per contribuire alla fine di questa guerra”.