Roger Waters è stato scaricato dalla BMG perché "è antisemita"

Chi conosce Roger Waters, non solo per il suo genio nei Pink Floyd, ma anche per il suo impegno politico a difesa delle libertà dei popoli oppressi, sa bene che l'autore di The Wall non le ha mai mandate a dire.

Ieri impegnato per la lotta contro l'appartheid, oggi nella lotta per la liberazione della Palestina, da quando Netanyahu ha avviato il suo genocidio non ha perso occasione per andarci giù duro contro Israele e contro gli ebrei conniventi con Bibi il macellaio.

Nessuno però si sarebbe mai aspettato che la lobby giudea riuscisse nell'arduo compito di farlo scaricare dalla sua casa discografica.

Figuratevi un po', la BMG, che con Waters ci facavea soldi a palate, ha rinunciato ai suoi guadagni e si vedrà costretta a rimborsare il cantante per svariati milioni di euro, pur di assecondare il malumore ebreaico.

Perché parliamo con questa certezza di malumore ebraico? Semplice. Il licenziamento del vecchio Roger sarebbe figlio delle pressioni sull'etichetta discografica portate avanti dall'organizzazione non governativa ebrea Anti Defametion League. Una pressione tanto forte che il nuovo Amministratore Delegato, Thomas Coesfeld, non si sarebbe fatto scrupoli nel buttarlo fuori marchiandolo come "antisemita". 

La rockstar non l'avrebbe presa male, limitandosi a commentare con un laconico "la solita lobby ebraica".

Questo, in piccolo e con le dovute proporzioni, fa il paio con la censura di Ghali e Dargen D'Amico a Sanremo, con tanto di comunicato ufficiale dell'AD di mamma Rai.

Il messaggio è chiaro: parli male di Netanyahu? Preparati alle ritorsioni.

Di Aldo Luigi Mancusi