28 Dicembre 2025
Secondo la Digos di Genova, che è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antiterrorismo, Mohammad Hannoun è un membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas e “vertice” della cellula italiana dell’organizzazione. Per gli investigatori lui e i suoi collaboratori avrebbero dato ad Hamas oltre il 71% dei fondi raccolti attraverso le associazioni da lui gestite per oltre 7 milioni di euro.
I fondi -spiegano gli inquirenti - sarebbero stati fatti arrivare direttamente ad Hamas attraverso Osama Alisawi (già ministro del governo di Hamas a Gaza con cui Hannoun aveva stretti rapporti) o mediante “operazioni di triangolazione con associazioni che hanno sede in Turchia, in Cisgiordania o a Gaza., tutte dichiarate illegali dallo Stato di Israele. Si tratta di Merciful Hands Society, Wa’ed Dei Prigionieri e dei Prigionieri Liberati, Al Nour, Al Weaam, Assalama Charitable Society, Rowad, Pionieri Dello Sviluppo Comunitario, Dar Al Yatim, Palestinian Orphans Home, Islamic Society, Al Rahma / Mercy Association for Children, Jenin Charitable (Zakat) Committee, Tulkarem Charitable (Zakat) Committee, Qalqilya Charitable (Zakat) Committee, Nablus Charitable (Zakat) Committee, Ramallah Zakat Committee, Islamic Charitable Society in Hebron, Orphan Care Society in Bethlehem, Al Islah, Humanitarian Relief Association. Alcune di queste associazioni sono accusate da Israele di operare sotto il controllo diretto dell’Ala militare di Hamas.
“Questo è un caso politico, non è un caso giudiziario. Sono sei mesi che la faccia di Hannoun è su tutti i giornali di destra e che i parlamentari dei partiti di centro-destra ne invocano l’espulsione”. commenta l’avvocato Dario Rossi, che difende Mohammad Hannoun. “Già nel 2010 la Procura, dopo sette anni di indagini, aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine su Hannoun arrivando alla conclusione che la sua era un’attività benefica. Ora si ricomincia ma in un contesto politico completamente diverso. Resto fiducioso dell’indipendenza della magistratura rispetto alle pressioni politiche che vogliono attaccare chiunque si dichiari a favore della popolazione palestinese”.
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