Bayesian, marinaio di guardia Griffiths dichiara errore umano nell’affondamento: “Potevo chiudere prima i portelloni a prua e chiamare il capitano”

Secondo la sua versione, “per tutta la notte ho visto una tempesta che stava arrivando verso di noi, già dall’una. Fino alle 4 non mi ero preoccupato”. Solo alle 4.10, quando l’ancora non teneva più, avrebbe bussato alla cabina del comandante. Ma i tracciati elettronici e le telecamere hanno dimostrato che la barca stava già scarrocciando alle 3.57 e che alle 4.06 era ormai scomparsa, mentre i sopravvissuti hanno sempre collocato il naufragio tra le 4.20 e le 4.24

Potevo chiamare il capitano prima, potevo aver chiuso prima i quattro portelli piccoli sulla prua”, con queste parole Matthew Griffiths, il giovane marinaio di guardia 23enne sul Bayesian la notte della tragedia, ha dichiarato un errore umano davanti agli inquirenti. Tuttavia, restano ancora molti dubbi sull'affondamento dello yacht Perini Navi e sull'attentato organizzato per eliminare Mike Lynch, come anticipato dal Giornale d'Italia.

Bayesian, marinaio di guardia Griffiths dichiara errore umano nell’affondamento: “Potevo chiudere prima i portelloni a prua e chiamare il capitano”

Il Bayesian, yacht di 56 metri di lusso si è capovolto e inabissato in pochi minuti, raggiungendo i 50 metri di profondità. Tra le vittime il magnate inglese Mike Lynch con la figlia Hannah, l’avvocato americano Chris Morvillo con la moglie Neda, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer con la moglie Judith, e il cuoco di bordo Recaldo Thomas.

Griffiths, 23 anni, è oggi indagato per naufragio colposo e omicidio plurimo colposo insieme al comandante James Cutfield e all’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, su disposizione del sostituto procuratore Raffaele Cammarano. “Per me la barca è come una bimba, è molto triste vedere com’è andata”, ha detto nel ricordo straziato di quella notte.

Secondo la sua versione, “per tutta la notte ho visto una tempesta che stava arrivando verso di noi, già dall’una. Fino alle 4 non mi ero preoccupato”. E ancora: “Durante il turno erano aperti i portelli sulla prua, le scale che portavano al lazareth che sta a poppa e poi le scale che portano al fly bridge”. Solo alle 4.10, quando l’ancora non teneva più, avrebbe bussato alla cabina del comandante. Ma gli accertamenti della Guardia costiera raccontano un’altra cronologia.

I tracciati elettronici e le telecamere hanno dimostrato che la barca stava già scarrocciando alle 3.57 e che alle 4.06 era ormai scomparsa, mentre i sopravvissuti hanno sempre collocato il naufragio tra le 4.20 e le 4.24.

Gli inquirenti sottolineano che ad aggravare la situazione furono le aperture lasciate incustodite e il mancato avvio tempestivo dei motori. Alcuni membri dell’equipaggio, con raffiche di vento di 64 nodi, avrebbero cercato di spostare piante e arredi esterni lasciando porte e finestrature aperte, consentendo all’acqua di invadere lo scafo. “Non ero preoccupato, credo fosse una normale raffica di vento, il capitano avrebbe avviato i motori e fatto quel che doveva fare, non è andata così”, ha raccontato Griffiths.

I generatori erano già attivi, ma l’allagamento della sala macchine impedì l’accensione dei propulsori. Un blackout che rese impossibile manovrare il veliero.

Nelle drammatiche fasi finali, il primo ufficiale olandese Tijs Koopmans riuscì a mettere in salvo la più piccola dei presenti: “Ho preso la bambina e l’ho data alle persone che stavano sopra”. Poco dopo liberò la zattera di prua, fondamentale per la sopravvivenza di quindici persone.

Naufragio Bayesian, “casseforti aperte, pc, hard disk e memorie esterne già portate via, servizi segreti all’interno del relitto pochi giorni dopo l’affondamento

Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini dalle esclusive de Il Giornale d'Italia, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.

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