09 Maggio 2025
Il giudice Angela Maria Nutini ha condannato in rito abbreviato a quasi 120 anni di carcere i 13 imputati arrestati nell’aprile del 2024, con l’accusa di detenzione e traffico internazionale di cocaina e armi, anche da guerra. La condanna più pesante, 26 anni e 8 mesi di reclusione, per quello che viene considerato il capo dell’associazione, Gabriele Puleo, che si trovava già in carcere e dalla sua cella gestiva il traffico utilizzando criptofonini o sistemi artigianali di comunicazione crittografata. Per lui il pm della Dda Marco Zocco aveva chiesto 20 anni di carcere, ma la giudice probabilmente non gli ha riconosciuto la continuazione per alcuni reati alzando la pena rispetto allo ‘sconto’ di un terzo previsto dal rito alternativo. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 70 giorni. Probabile che i legali degli imputati ricorreranno in appello.
I narcos erano stati arrestati nell’ambito di una vasta operazione condotta dai carabinieri del Ros con il supporto dei militari dell’Arma genovese insieme ai colleghi di Como e Reggio Calabria. Erano state eseguite 22 misure cautelari in carcere emesse dal gip del Tribunale di Genova. Sei degli imputati sono accusati di essere componenti di un’associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, in Colombia e in Venezuela e finalizzata, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a importare dall’America Latina ingenti quantitativi di cocaina. La droga veniva caricata su navi dirette al porto di Genova e, una volta recuperata con l’illecita collaborazione di lavoratori del porto, rivenduta. Il gruppo si occupava anche di recuperare carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, incassando una percentuale intorno al 20% sul carico.
Secondo il Ros l’associazione era diretta da Gabriele Puleo, attraverso una vasta rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto nel 2015 dopo il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina (quasi 148 chilogrammi) in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco, Puleo comunicava con gli altri complici, tra i quali Marco Cuoco (condannato a 11 anni e 6 mesi) e Vincenzo Puleo (padre di Gabriele, condannato a 5 anni e 10 mesi), utilizzando da detenuto criptofonini o sistemi artigianali di comunicazione crittografata. In questo modo organizzava e finanziava l’importazione di nuovi carichi di droga provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi e l’aeroporto di Amsterdam.
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