05 Maggio 2025
Matteo Piantedosi, fonte: Imagoeconomica
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato di aver chiesto “il nullaosta al magistrato per l’espulsione” dei 3 giovani tunisini arrestati in flagranza di reato durante il concerto del 1° Maggio. I 3, tra i 22 e i 25 anni, sono accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni della 25enne, molestata e palpeggiata nella calca del pubblico tra le esibizioni di Gazzelle e Lucio Corsi.
La ragazza ha raccontato l’incubo: “Ero pietrificata, mi ha salvata la mia amica portandomi via. Ma quando si è messa a urlare, c’è chi l’ha rimproverata chiedendole di stare zitta che c’era la musica. Non volevo credere alle mie orecchie”. Dopo l’aggressione, ha riconosciuto i 3 mentre infastidivano un’altra ragazza. La segnalazione ha portato all’intervento degli agenti in borghese del commissariato Esquilino, presenti tra la folla.
I 3 fermati risultano essere studenti universitari iscritti al Dams e alla facoltà di Ingegneria di Roma Tre. Risiedono nello studentato di Valleranello, a Spinaceto. Secondo quanto riferito, erano completamente ubriachi al momento dell’aggressione. Dopo l’arresto, si sono difesi davanti ai giudici della direttissima dichiarando: “Volevamo solo ascoltare la musica, c’erano un sacco di cantanti che ci piacciono”.
Nonostante la Procura avesse chiesto la custodia cautelare in carcere, i giudici hanno disposto per loro l’obbligo di firma, misura ritenuta insufficiente da molti esponenti politici.
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è intervenuto con un messaggio su X: “Seguo con attenzione la vicenda dell’aggressione ai danni di una giovane donna al Concerto del Primo Maggio a Roma. Nell’occasione, 3 cittadini stranieri, tra i 22 e i 25 anni, venuti in Italia con una richiesta di soggiorno per studio, sono stati bloccati dalle Forze dell’ordine e per loro adesso è stato chiesto il nulla osta al magistrato per l’espulsione. Ancora una volta meritano ammirazione e ringraziamento le donne e agli uomini delle Forze dell’ordine che, nella circostanza, in servizio in borghese tra la folla (come spesso fanno in servizi attenti, discreti e capillari, non sempre compresi per la loro importanza e spesso ingiustamente fraintesi) sono prontamente intervenuti nell’indifferenza di alcuni presenti salvando la vittima e assicurando gli aggressori alla giustizia. Un’azione tempestiva che testimonia la grande efficacia, prontezza e professionalità delle donne e degli uomini in divisa, impegnati quotidianamente a tutela della sicurezza di tutti e per affermare nei fatti quei valori di democrazia che sono a fondamento del nostro vivere civile.”
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