30 Aprile 2025
Fonte: X @LaDjazairiya
Lunedì 7 maggio alle ore 16.30 avrà ufficialmente inizio il conclave e sarà breve, di massimo 3 giorni, come anticipato dal GdI, in cui i cardinali eleggeranno il successore di Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile. Il Cardinal Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, ha dichiarato che il nuovo Papa “non sarà un Francesco, la Chiesa ha bisogno di pace”.
“Non credo che sarà un Conclave lungo, al massimo 3 giorni”. A pochi giorni dall’inizio del Conclave che porterà all’elezione del nuovo Pontefice, previsto per mercoledì 7 maggio alle 16.30, il cardinale francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, offre una riflessione intensa e carica di spiritualità in un’intervista che fa già discutere. "È un'intuizione – afferma Vesco – che avevo già prima di arrivare a Roma, ho l'impressione che i candidati emergeranno con evidenza. Tra cardinali ci sono differenze di sensibilità ma non campi contrapposti”.
Il porporato racconta anche il momento personale vissuto nelle scorse ore: “Ero raccolto davanti al corpo del Papa, vedevo migliaia e migliaia di persone arrivare e mi domandavo: 'Cos'è un Papa?'. Penso che colui che eleggeremo è già da molto tempo preparato dal Signore. Non siamo noi che facciamo il Papa. Dobbiamo trovare chi tra noi è già stato scelto".
Alla domanda su quale figura potrebbe emergere dalla prossima assise cardinalizia, Jean-Paul Vesco risponde con lucidità: “Mi rendo conto che non avremo un Francesco. Ho l'impressione che avremo un uomo del consenso. Francesco ha scosso molto la Chiesa e ora l'istituzione ha bisogno di pace. Ma il popolo di Dio ha bisogno di andare avanti. Colui che sarà eletto dovrà conciliare il bisogno di unità e guidare un popolo di Dio che vuole procedere nella direzione di Francesco”.
Secondo il cardinale, il prossimo Pontefice dovrà anche incarnare una sintesi tra continuità e cambiamento, senza dimenticare le sfide che derivano dalla sua provenienza: “Più che l'origine è una questione di carattere. Se vieni da dentro è difficile riformare le cose, era la forza di Francesco e la sua fragilità, era un uomo solo che poteva riformare. Possono funzionare entrambi i modelli, e possono fallire entrambi”, ha concluso.
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