06 Marzo 2025
Fonte: imagoeconomica
Lo Stato indennizzerà con 2mila euro bimestrali una 67enne di Terni, rimasta vittima degli effetti avversi del vaccino Covid AstraZeneca. In particolare una trombosi, la reazione avversa principale del siero, come ha specificato la stessa multinazionale in tribunale. Anna è invalida al 100% dopo la prima dose d da allora la donna non può più svolgere da sola le azioni quotidiane della vita. Ben 4 gli anni di battaglie portate avanti da suo marito, ma adesso è arrivata la risposta della commissione medico-ospedaliera del dipartimento militare di medicina legale di Roma Cecchignola, che sancisce il nesso causale tra la vaccinazione e l’infermità, che impedisce ad Anna di essere autonoma.
Alla signora Anna di Terni alla fine è stato riconosciuto un indennizzo vitalizio sotto forma di assegno bimestrale di importo pari a mille e 980 euro, l’importo previsto dalle tabelle ministeriali. Il suo calvario è cominciato dopo la vaccinazione Covid effettuata lo scorso 18 maggio 2021 quando si sottopose alla prima dose. Qualche giorno dopo si è sentita male, accusando un fortissimo mal di testa che non è passato con gli antidolorifici prescritti dal medico.
Le condizioni della donna si sono aggravate, e solo troppo tardi si è scoperto che la 67enne è stata colpita da una trombosi che l'ha costretta a finire nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Terni. Anna è la prima persona in Umbria ad aver ottenuto l’indennizzo a vita al termine della lunga battaglia legale portata avanti in questi 4 anni. L'iter ha riconosciuto il nesso tra il siero contro il covid e le patologie invalidanti.
"Nulla restituirà a mia moglie la libertà di essere autonoma ma almeno hanno riconosciuto che avevamo ragione - dice il marito della donna. Sono serviti quattro anni di battaglie fatte di visite mediche, analisi, ben 180 da quel dì, visite medico legali e oggi Anna è ancora sotto pianto terapeutico per il trattamento e la prevenzione delle recidive. Al termine dell’accurata visita alla Cecchignola purtroppo ci hanno dato ragione. Il tenente colonnello ha chiesto scusa a mia moglie a nome dello Stato per quello che ha subito".
"I medici ci dissero che mia moglie faceva parte di quei casi, uno su sette milioni, in cui può verificarsi una trombosi con rischio di morte. Il suo caso era stato segnalato, dopo la mia autorizzazione, a livello nazionale".
"Siamo riusciti ad ottenere il vitalizio grazie all’azione del medico legale Carlo Massullo dell’associazione Danni Collaterali di Roma che, dopo anni di azioni legali, è riuscito a far riconoscere il nesso tra l’inoculazione del vaccino e le gravissime patologie di mia moglie. E’ ancora in piedi il contenzioso giudiziario di fronte al tribunale civile di Perugia - dice il marito della donna. Attendiamo di sapere dai giudici chi dovrà risarcire Anna tra ministero della Salute, Usl Umbria 2 o medico curante".
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