26 Gennaio 2025
Marcello Viola e Alessandra Cerreti, fonte: imagoeconomica
Rinforzata la scorta ai pm Marcello Viola e Alessandra Cerreti dopo minacce di morte "serie e circostanziate". Il timore è che queste siano legate all'inchiesta Hydra sulla mafia a tre teste, ovvero l'alleanza in Lombardia tra Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta, entrata nel vivo con la conferma della suprema corte dell'impianto dell'accusa di mafia e l'esecutività degli arresti. Viola è anche al centro dell'indagine sugli ultras di Inter e Milan.
Il risultato della Cassazione in merito all'inchiesta Hydra segue la decisione del Tribunale del Riesame, che aveva accolto il ricorso della procura per 41 indagati dopo il rigetto, nell’ottobre 2023, di 142 richieste di misure cautelari da parte del gip. La cosiddetta "mafia a tre teste" era stata indagata proprio dalla pm Alessandra Cerreti, che insieme a Viola si trovava in aula nel periodo in cui le minacce hanno avuto origine. Secondo gli investigatori, si tratterebbe di un segnale "inquietante", indicativo della pericolosità del sistema mafioso in Lombardia.
Pochi giorni fa è stato arrestato in piazza San Babila Giovanni Abilone, uno degli indagati di "Hydra". Abilone era in possesso di cocaina e di una pistola, ma il suo arsenale si è scoperto essere molto più grande: mitragliatrici, fucili e pistole automatiche. Quest’episodio ha ulteriormente allertato le autorità, già impegnate a garantire la sicurezza dei magistrati.
L’indagine "Hydra" è entrata nel vivo con la conferma della Suprema Corte dell'impianto dell'accusa di mafia e l'esecutività degli arresti. Tra i soggetti coinvolti figura Gioacchino Amico, presunto vertice del gruppo mafioso, che è stato liberato poiché aveva già scontato un anno di custodia cautelare, il limite massimo previsto. Un’altra figura centrale è Paolo Aurelio Errante Parrino, detto "Zio Paolo", il cui arresto è stato confermato dalla Cassazione.
Ma Parrino, di Castelvetrano come Messina Denaro, è attualmente irreperibile. Non si trova nella sua abitazione di Abbiategrasso, dove in passato gestiva il bar "Las Vegas", chiuso per ordine della prefettura, e potrebbe esser fuggito all'estero. Parrino, condannato per droga negli anni '90 e accusato di rapporti con Cosa nostra, ha sempre negato qualsiasi legame con l’organizzazione mafiosa. Nonostante ciò, ha mantenuto contatti con ambienti politici locali, compreso il sindaco di Abbiategrasso Cesare Nai.
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