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Briatore chiede un risarcimento da 12.6 milioni di euro alla Presidenza del Consiglio per la vendita dello yacht 'Force Blue'

Secondo l'imprenditore il suo panfilo sarebbe stato ceduto a un prezzo troppo basso e cita per danni il giudice

26 Dicembre 2024

Briatore chiede un risarcimento da 12.6 milioni di euro alla Presidenza del Consiglio per la vendita dello yacht 'Force Blue'

Ultimo capitolo nella ultradecennale battaglia giudiziaria. Flavio Briatore vuole essere risarcito per la vendita del suo yacht, il 'Force Blue' e chiede 12 milioni e 660mila euro alla Presidenza del Consiglio, in solido con l’amministratore giudiziario che materialmente realizzò la cessione, ordinata dai giudici della Corte d’Appello di Genova. Secondo l’imprenditore la cifra richiesta equivale alla differenza tra il denaro incassato dalla vendita del panfilo e il suo reale valore. Nel giugno del 2023 a dare torto a Briatore era stata la Cassazione. La Suprema corte aveva rigettato il ricorso contro l’ordinanza della Corte d’Appello che aveva negato al patron del Billionaire il “rimborso” per la cessione del natante, sequestrato nel maggio 2010 al largo di La Spezia per una presunta frode fiscale da 3,6 miliardi sull’Iva all’importazione, realizzata – secondo l’accusa – intestandolo a una società schermo con sede in un paradiso fiscale, la Autumn Sailing Ltd. Da quell’imputazione Briatore e gli altri imputati sono stati poi assolti in via definitiva nel gennaio 2022. Un anno prima, però, la maxi-barca (62 metri per 1.325 tonnellate di stazza lorda, la 78esima più grande al mondo) era stata messa all’asta dalla Corte d’Appello per i costi di gestione troppo alti e il rischio di deperimento. Ad aggiudicarsela, per 7,5 milioni di euro (mezzo milione in più della base d’asta) era stato l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone, peraltro amico di lunga data di Briatore. Così, dopo l’assoluzione, a Briatore era rientrato soltanto quell’importo (e nemmeno tutto), cioè una somma molto lontana dai 19 milioni che i suoi legali identificano come il giusto valore dello yacht (il prezzo di mercato stimato dai broker della nautica, invece, era di 15 milioni circa). Per avere indietro la differenza, oltre dieci milioni di euro, Briatore si era rivolto alla stessa Corte genovese, che però gli aveva dato torto nel merito: la base d’asta, scrivevano i giudici, era quella corretta “sulla base delle caratteristiche concrete del natante, del suo marchio non rinomato e da ricondurre ad un cantiere che ha cessato l’attività”, nonché “del tempo necessariamente limitato per procedere alla vendita giudiziale senza incorrere in ulteriori perdite, a fronte di un periodo normalmente impiegato di circa 12-18 mesi”. Una decisione confermata dalla Cassazione. Ma ora Briatore vuole essere risarcito e per questo ha fatto causa, davanti al tribunale di Torino, alla Presidenza del Consiglio. Nel caso i giudici piemontesi dovessero dare ragione all’imprenditore, Palazzo Chigi potrebbe rivalersi sui magistrati genovesi.

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