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Omicidio Rozzano, l'interrogatorio di Rezza: "Ho saputo da TikTok che Manuel era morto, avevo bevuto 6 drink, volevo prendergli tutto per rivenderlo"

Rezza, consumatore abituale anche di cannabis, aveva bevuto nel pomeriggio. Davanti al gip ha ammesso di non aver "provato niente" della morte di Mastrapasqua

15 Ottobre 2024

Omicidio Rozzano, l'interrogatorio di Rezza: "Ho saputo da TikTok che Manuel era morto, avevo bevuto 6 drink, volevo prendergli tutto per rivenderlo"

Manuel Mastrapasqua e Daniele Rezza, Fonte: Facebook, @Salvo Sottile

Il 19enne Daniele Rezza, autore dell'omicidio di Rozzano, è stato interrogato dai carabinieri per spiegare nei dettagli il delitto e cosa gli sia passato nella testa quella notte che ha accoltellato Manuel Mastrapasqua con un fendente al petto. Rezza, cui sono stati ripercorsi gli attimi prima dell'omicidio in un video, ha detto tra le altre cose di aver saputo della morte del 31enne "da TikTok" e di non aver "provato niente". Freddo, lucido, Rezza ha spiegato di aver "pensato all'improvviso a rapinarlo" e che avrebbe voluto "prendergli tutto per poi rivenderlo".

Omicidio Rozzano, l'interrogatorio di Rezza: "Ho saputo da TikTok che Manuel era morto"

Durante l'interrogatotorio Daniele Rezza ha detto: "Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto nel senso soldi, cellulare, cose che potevo rivendere. Anche le cuffie le ho prese per rivenderle, ma non so quanto ci avrei fatto. Tutto quello che avrei avuto lo avrei venduto. Non mi sono accorto che il coltello fosse sporco di sangue. L'ho buttato perché mi è venuto d’istinto. Era la prima volta che uscivo con un coltello".

Per il gip nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha scritto che le "modalità" dell'aggressione e lo "stile di vita" di Daniele Rezza "denotano un quadro dimostrativo, allo stato, della insussistente capacità di autocontrollo". Il giudice definisce "allarmanti" le circostanze con le quali Rezza quella notte ha "aggredito una persona isolata e inerme al fine di sottrarle qualcosa" e subito dopo la sottrazione, "ha inferto una coltellata mortale alla vittima".

"Quando ho incrociato quell'uomo al buio, ho pensato di rapinarlo. Anche se ho sbagliato, essendo io nervoso quel giorno ho deciso di portare con me il coltello per sicurezza. Era una giornata no e poi avevo anche bevuto nel pomeriggio". Rezza aveva bevuto 6 drink nel pomeriggio prima di uscire

"Mi trovavo in viale Romagna a Rozzano, verso le 3 circa vedo un ragazzo sul marciapiede, lo raggiungo perché volevo prendergli qualcosa, cosi una volta che mi sono avvicinato glielo ho chiesto e subito dopo gli ho sottratto le cuffie che indossava. A quel punto lui si è avvicinato a me come per aggredirmi e io d'impeto ho tirato fuori il coltello e gli ho sferrato un fendente. Preciso quindi che l'ho colpito solo dopo che lui ha provato a colpirmi. Ho preso le cuffie e sono fuggito via, preciso però che dopo aver sferrato il colpo non l'ho visto cadere a terra".

Sulle cuffie da 15 euro: "Non le ho neanche usate, appena sottratte le ho messe sotto la giacca e una volta a casa le ho gettate sulla scrivania". Le cuffie gettate nel bidone della spazzatura dal padre. "Il peso che mi sentivo addosso era troppo grosso e così - ammette il giovane - ho avvicinato una pattuglia della polizia e gli ho raccontato tutto" ad Alessandria. Lì Rezza si era recato per poi prendere un treno per Torino e fuggire all'estero.

Le parole del padre di Rezza

Maurizio Rezza: "Ho buttato le cuffie dove c'e' l’Area 51 in via Lombardia in una pattumiera pubblica di colore verde. Il figlio gli disse che "forse aveva tirato una pugnalata a un ragazzo, poi si è messo a ridere". Il padre ha raccontato la sua versione: "Quella sera è arrivato tardi a casa e siccome lui tante volte ne ha combinate diverse e quella sera mi ha detto 'ho fatto a botte con uno', gli ho chiesto se mi prendesse in giro: ha detto di no. Aveva portato a casa delle cuffie. Il giorno dopo mi ha chiesto di buttarle. Mi era venuto il dubbio che scherzasse sul fatto che aveva fatto a botte perché tante volte lo aveva fatto.

"Quando mi sono svegliato ho letto le cronache di Rozzano e dell'omicidio e ho iniziato a collegare con quello che mi aveva detto e non sapevo cosa dovevo fare. Vedevo mio figlio nervoso e gli ho chiesto se fosse stato lui e ha detto sì e poi no e non capivo se scherzasse. E la cosa è finita lì. Poi mi ha chiesto se lo accompagnavo alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele perché voleva andare via da qua e andare a trovare, non so se a Torino o Alessandria, un suo amico".

Il legale giustifica l'omicidio: "Daniele non sapeva di aver ucciso"

"Daniele ha detto quanto già esposto al pm. Non si era reso conto di averlo ucciso perché non l'ha visto cadere a terra e lo ha scoperto il mattino dopo - ha proseguito il legale - È stato un gesto occasionale. Non era uscito di casa con l'intento di compiere una rapina. Era nervoso, passeggiava, e incrocia il ragazzo e incidentalmente decide di rapinarlo". L'avvocato, al termine dell'interrogatorio di garanzia, ha riferito che il 19enne ha spiegato di aver bevuto parecchio, nel tardo pomeriggio di venerdì. "Non ha fumato cannabis, anche se è un consumatore abituale", ha aggiunto

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