Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Le contraddizioni della transizione energetica, come le rinnovabili mettono in discussione lo sviluppo futuro

L'umanità ha sempre perseguito fonti di energia più potenti, invece oggi si va nell'altra direzione

11 Luglio 2024

A2A e SIAD, al via la partnership per la realizzazione di un impianto fotovoltaico per produrre energia rinnovabile

Fonte foto: Twitter

Di questi tempi si parla tanto della cosiddetta transizione energetica. Sulla base delle previsioni di una catastrofe per l'umanità se la temperatura globale dovesse aumentare di più di 1,5 gradi di media, le istituzioni sovranazionali insistono che bisogna fare di tutto per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili. L'obiettivo è di raggiungere entro pochi decenni il "net zero", cioè una situazione in cui, a livello complessivo, l'umanità smette di aggiungere emissioni di gas a effetto serra nell'ambiente.

La proposta di frenare l'aumento della temperatura terrestre si basa su vari assunti incerti, dall'idea che il CO2 sia l'interruttore unico del clima globale, alla bontà dei modelli climatici che in realtà incorporano delle ipotesi non pienamente dimostrate. Per non parlare della troppa certezza sugli effetti di un pianeta leggermente più caldo.

C'è un altro elemento, però, più generale, da considerare quando si parla di transizione energetica: come mantenere l'alto tenore di vita raggiunto nel mondo occidentale e come permettere a sempre più persone di beneficiarne. La storia dell'umanità è una di un movimento costante – nel corso di lunghi periodi di tempo – verso l'utilizzo di fonti energetiche sempre più potenti e concentrate. Dalla legna al carbone al petrolio, si è aumentata la densità energetica, cioè la potenza racchiusa in una data quantità di combustibile. Questo ci ha permesso di sviluppare le macchine e applicare sempre più forza motrice oltre quella che possiamo derivare dal semplice consumo del cibo come esseri umani.

Ogni transizione passata è sempre andata nella direzione di una maggiore densità energetica; quella di oggi, invece, va nell'altra direzione. L'eolico e il solare sono fonti meno concentrate: hanno bisogno di più spazio per produrre la stessa unità di energia. Cosa significa? Che dobbiamo coprire molto più spazio con i pannelli fotovoltaici rispetto a una centrale termoelettrica tradizionale, oppure installare numerose turbine eoliche per sostituire la produzione dal gas.

Il risultato è un sistema più diffuso, senz'altro più pulito da alcuni punti di vista, ma meno affidabile e potente. Si confida nel miglioramento costante delle tecnologie, e quindi nella possibilità di stoccare l'energia prodotta e di permetterne la produzione da tantissimi punti diversi. C'è un problema di scala, però, soprattutto se consideriamo il forte aumento del fabbisogno energetico già in atto, e che verosimilmente accompagnerà sempre di più l'accelerazione delle nuove tecnologie digitali. La potenza necessaria per le applicazioni dell'intelligenza artificiale, per esempio, è prevista in grande crescita nei prossimi anni. È evidente che raddoppiare l'energia prodotta per permettere lo sviluppo di queste tecnologie sarebbe molto più facile con l'utilizzo di fonti tradizionali.

L'altra possibilità, già ampiamente discussa, è di potenziare in modo significativo la produzione di energia nucleare. Molti paesi hanno abbandonato questa fonte dopo la campagna isterica a seguito dell'incidente di Fukushima in Giappone. In quel caso, il reattore ha effettivamente avuto problemi seri, ma basta andare a controllare le statistiche ufficiali per vedere che, di fronte ai quasi 20 mila morti causati dallo tsunami del febbraio 2011, nessuno è deceduto a causa delle radiazioni dalla centrale nucleare. Nessuno, nonostante il grandissimo effetto che l'incidente ha avuto sul dibattito internazionale.

In Cina e in Russia si stanno già producendo reattori SMR (small modular reactors), che offrono flessibilità e anche un livello molto alto di sicurezza. Anche negli Stati Uniti si lavora per raggiungere questo obiettivo, ma ancora nessun reattore è stato costruito.

Seguendo invece il percorso della crescita della densità energetica, la strada giusta sarebbe lanciare dei massicci investimenti nella fusione nucleare, un'area in cui si sono visti progressi importanti di recente. Sia fissione che fusione, tra l'altro, non producono CO2 e quindi sarebbero "sostenibili" secondo i canoni della transizione energetica – almeno per quelli che non la concepiscono in modo ideologico.

di Andrew Spannaus

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x