04 Giugno 2024
Marcello Colafigli, fonte: Facebook, @Marcello Marcellone Colafigli
Operazione anti-droga a Roma che ha portato all'arresto di 28 persone. Tra questi Marcello Colafigli, l'ultimo big della Banda della Magliana. Considerato uno dei capi storici dell'organizzazione assieme Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, a 70 anni controllava ancora lo spaccio di droga nella Capitale.
Marcello Colafigli era ancora un volto noto e rispettato a Roma. Comandava una batteria di pusher nel quartiere dove 40 anni fa era nata la Banda, alla Magliana, periferia a Sud – Ovest di Roma. 'Il Bufalo' è stato arrestato durante un blitz antidroga, 28 le persone coinvolte, 11 in carcere e 16 ai domiciliari. Tutte alle dipendenze di Marcellone. Una rete criminale smontata pezzo per pezzo. Essi sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, di tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale.
Colafigli gestiva ancora un importante giro di spaccio nonostante fosse in regime di semilibertà. La droga arrivava dai narcos sudafricani, e il 70enne era riuscito a pianificare cessioni e acquisti di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti dalla Spagna e dalla Colombia, mantenendo rapporti con esponenti della 'ndrangheta, della camorra, della mafia foggiana e con albanesi inseriti in un cartello narcos sudamericano.
Il blitz antidroga è stato portato avanti all'alba ed ha coinvolto le province di Roma, Napoli, Foggia e Viterbo.
Marcello Colafigli, è stato riconosciuto unitamente a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, come uno dei promotori della Banda della Magliana. Gravato da più ergastoli, è stato condannato, tra l'altro, per il sequestro e l’omicidio del Duca Massimo Grazioli Lante della Rovere, considerata l'azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale e l'omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis.
Nel 2021 ha ottenuto il regime di semilibertà, ma nello stesso anno era stato trovato dalla polizia in un bar frequentato da pregiudicati ad Ostia con gli inquirenti che gli hanno revocato il diritto per non aver rispettato le prescrizioni imposte dal tribunale di sorveglianza. Poi di nuovo il carcere e la semilibertà.
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