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Il ritorno di Chico Forti, lo spottone elettorale di Giorgietta Meloni e il titolo de Il Fatto Quotidiano che ci regala un discutibile "Benvenuto Assassino"

Con un bel credito in tasca nei confronti degli Stati Uniti per il caso di Amanda Knox, l'Italia è riuscita a far tornare in Patria l'ex imprenditore milionario Chico Forti, ma le polemiche non sono mancate

20 Maggio 2024

Il ritorno di Chico Forti, lo spottone elettorale di Giorgietta Meloni e il titolo de Il Fatto Quotidiano che ci regala un discutibile "Benvenuto Assassino"

Imprenditore televisivo americano di successo negli anni novanta, Chico Forti fu arrestato con l'accusa di omicidio e condannato nel 2000. Il processo, come da tradizione statunitense, è durato appena 24 giorni. 

Più precisamente, Forti è stato accusato di avere ucciso Dale Pike, figlio di Anthony Pike, per presunti diverbi insormontabili nel corso di una trattativa al fine dell'acquisto del prestigioso Pikes Hotel.

Da anni i giornalisti italiani, Le Iene in primis, così come i vari governi che si sono succeduti, lamentano i dubbi di un processo sommario: sbrigativo, superficiale, senza testimonianze attendibili e colmo di lacune. 

Però la condanna c'é stata e si sa, di fronte quel famoso "guilty" (colpevole), c'é poco da fare.

Dicevamo che per anni i vari governi che si sono seduti a Palazzo Chigi hanno cercato in tutti i modi di riportare in terra tricolore Chico, da quelli di sinistra, poi di destra, poi giallo verde e via così fino al "regno" della nostra Shirley Temple di Garbatella, l'unica che ha ottenuto il rilascio.

Come ha fatto? Poco importa, quel che conta è il risultato, ma non tutti hanno brindato, specialmente i ragazzi del Fatto che hanno titolato "Benvenuto Assassino", ottima provocazione per vendere e fare click.

Se da un lato è tollerabile la mancanza di memoria di alcune parti politiche che d'un tratto pongono dei dubbi su questo ritorno perché siamo in campagna elettorale e ci sta, l'atteggiamento di Travaglio and friends lo è meno. 

Qui si dovrebbe aprire un capitolo infinito sul cosa voglia dire fare giornalismo, specificando le differenze tra sensazionalismo e cronaca, ma nel caso di specie ci vien da dire che manca il buon gusto

Per carità, è legittimo rispettare e dare per certa la condanna, ci mancherebbe, anche se questa è emessa da un Paese che ha il record per aver mandato sulla sedia elettrica persone che poi si sono scoperte essere innocenti, ma esiste secondo noi un limite, quello dell'umanità, a cui va sommato un altro particolare, il dubbio di un processo sommario, come poco sopra espresso. 

Un buon giornalista dovrebbe rammentare le notevoli differenze tra la nostra procedura che, con tutte le sue storture comunque mette al primo posto la garanzia di un giusto processo, e la procedura anglosassone che non parte da un principio di laicità giuridica, ma di moralità. 

Discorso lungo e spinoso, ma quel che conta è avere riportato in Italia non un colpevole, ma un presunto innocente.

Di Aldo Luigi Mancusi

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