30 Marzo 2024
Fonte: profilo facebook CalcioWeb
Addio a mister Supercoppa italiana. E' morto Enzo D'Orsi, 71 anni, era sposato con Maria Paola, lascia tre figli, Jacopo, giornalista de La Stampa, Ludovico e Niccolò e cinque nipoti. Storico giornalista sportivo ideatore, tra le tante cose, della Supercoppa italiana. Per oltre vent'anni firma di punta del Corriere dello Sport come capo redattore e inviato per la redazione di Torino. Nel suo excursus, quattro Mondiali, cinque campionati europei, e migliaia di partite di dilettanti alla Champions League. Oltre al Corriere anche Paese Sera, Leggo e il settimanale Rigore. Collaborazioni estere per i francesi de L'Equipe e France Footbal. Scrittore juventino, ha pubblicato 3 saggi e tutti sui bianconeri, squadra che ha seguito da vicino per parecchi anni: "Gli undici giorni del Trap" nel 2018, "Non era champagne" nel 2019 e "Michel et Zibi" nel 2020.
Si deve a lui l'introduzione della Supercoppa italiana (dalla scorsa edizione modificata e aperta a 4 squadre), idea e proposta che suggerì al presidentissimo della Sampdoria, Paolo Mantovani. Ma non ne fece mai una medaglia, tanto da arrivare a dire: "Io non ho inventato assolutamente nulla, perché si inventa quello che non c’è. Io ho solo posto il quesito, in un’occasione di una cena dove erano presenti alcuni dirigenti del calcio italiano, perché dappertutto facevano la Supercoppa come gara di inizio di stagione e da noi non c'era. Sarebbe stato un modo simpatico per ripartire dai vincitori degli ultimi due trofei, la coppa nazionale e il campionato. Tutto qui".
Non solo calcio nostrano, ma anche estero. Amante del calcio inglese e della Premier League in cui simpatizza per i Red Devils del Machester United in dai tempi di Bobby Charlton, la sua conoscenza abbracciava tutto il calcio internazionale e vedeva in Alfredo Di Stefano il più grande calciatore di tutti i tempi, più di Maradona, più di Pelé. A casa aveva una collezione di 350 maglie originali, molte delle quali risalenti agli anni '80. Aveva una grande passione per il suo e la trasmetteva ai suoi collaboratori e interlocutori con le sue argomentazioni sempre precise e di pregevole esposizione.
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