05 Marzo 2024
fonte: instagram @Riccardo Parrinello
Per lo stupro di gruppo di Palermo, denunciato da una ragazza di 19 anni la scorsa estate, il gup del tribunale per i minorenni ha condannato Riccardo Parrinello, a 8 anni e 8 mesi. Il ragazzo, ora 18enne, era l'unico minorenne che lo scorso 7 luglio aveva preso parte alla violenza sessuale che si è consumata in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Il processo si celebrava in rito abbreviato e il pm aveva chiesto 8 anni.
Per la violenza sono accusati anche i maggiorenni Angelo Flores, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao che, in questo momento, sono tutti in carcere: pure loro hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato che inizierà ad aprile. Il minorenne era stato arrestato ad agosto: all'inizio era stato affidato a una comunità ma successivamente era stato nuovamente rinchiuso al Malaspina per avere pubblicato sui social commenti e video in cui quasi "rivendicava" gli abusi. A suo carico anche una chat in cui ammetteva con un amico che la diciannovenne non era consenziente.
La vittima ha sempre ribadito di essere stata aggredita e di aver gridato "basta" chiedendo di smettere ai suoi aguzzini. Per gli avvocati, che rappresentano i sette imputati, una testimonianza raccolta nel corso delle indagini difensive dimostrerebbe, invece, che le cose si sarebbero svolte in modo differente rispetto a quanto denunciato.
Tra gli elementi a sostegno di questa tesi, contenuti in un fascicolo consegnato ai magistrati, ci sarebbe un video, girato quella sera alla Vucciria, che mostrerebbe la ragazza che prima paga da bere ai sette amici e poi li invita a vedere sul suo telefonino alcune scene dove lei fa sesso con altre persone.
Inoltre, le immagini delle telecamere, piazzate lungo il percorso verso il Foro Italico, metterebbero in evidenza che lei si sarebbe messa in testa alla comitiva senza chiedere aiuto ai passanti e non mostrando alcun segno di paura. Per questo motivo i presunti autori della violenza sostengono che fosse d'accordo ad appartarsi con loro: una versione completamente opposta rispetto a quella della diciannovenne che, invece, ha sempre ribadito che il rapporto non è mai stato consensuale.
Dopo la violenza perpetrata ai danni della vittima, Parrinello mandava dei messaggi vocali all'interno dei quali si beffava della vittima: "Cumpà l'ammazzammu!", "cumpa ficimu un macello n'addivertemma". "in un quarto d'ora si è sentita male ed è svenuta più di una volta", "manco a canuscievo (non la conoscevo), siamo stati con lei in sette". Uno del branco comincia a provare un po' di schifo, ma Parrinello non è d'accordo: "Ahaha troppo forte, invece".
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