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Prima della Scala 2023, proteste nella piazza contro guerra Israele, cori e cartelli pro Palestina: “Stop genocide”

L’iniziativa di un gruppo di persone per esprimere “solidarietà a un popolo che viene massacrato con un genocidio quotidiano”

07 Dicembre 2023

Prima della Scala 2023, proteste nella piazza contro guerra Israele, cori e cartelli pro Palestina: “Stop genocide”

Fonte: Il Giorno

Proteste contro Israele e a favore della Palestina fuori dalla Scala di Milano, dov’è in programma la Prima col Don Carlo di Giuseppe Verdi. Si tratta dell'iniziativa di un gruppo di persone per esprimere “solidarietà a un popolo che viene massacrato. È un genocidio quotidiano”. I manifestanti intonano cori ed espongono cartelli con la scritta “stop genocide”.

Prima della Scala 2023, proteste nella piazza contro guerra Israele, cori e cartelli pro Palestina: “Stop genocide”

In piazza sono scesi anche movimenti per il diritto alla casa e i lavoratori dello spettacolo. “Siamo qui per ricordare ai politici e ai potenti che parteciperanno alla Prima le problematiche di chi lavora, perché non le conoscono” ha detto il segretario della Cub, Mattia Scolari. “Il governo anziché adottare misure per gli ultimi ha deciso di cancellare il reddito di cittadinanza e di facilitare il ricorso ai contratti a termine”, ha spiegato il sindacalista.

La protesta dei lavoratori dello spettacolo: “Senza le maschere non c’è Prima”

I lavoratori dello spettacolo, invece, chiedono un‘indennità di discontinuità, scontenti di come è stata attuata la legge delega che riguarda il settore. “Il decreto attuativo ne ha snaturato i principi. I parametri introdotti trasformano l’indennità in un ennesimo bonus, che non è un sostegno per chi è davvero un lavoratore discontinuo”, spiega Nicoletta Daino, della Slc Cgil Milano e Lombardia.
“Come molti lavoratori hanno denunciato, a fronte di un utile di 700mila euro, la Scala costringe i lavoratori, spesso giovani, a condizioni di lavoro inaccettabili e all'estrema precarietà con contratti a chiamata di pochi mesi. Un fatto tanto più grave vista la partecipazione pubblica al bilancio del Teatro”, ha scritto su Facebook Elisabetta Piccolotti dell'Alleanza Verdi Sinistra. “I lavoratori dello spettacolo, d'altra parte vengono considerati come figli di un dio minore, basti pensare al governo Meloni che ha tradito le loro speranze trasformando l'indennità di intermittenza varata nella scorsa legislatura con un misero bonus che interesserà 20mila lavoratori su 500mila. Senza le maschere non c'è Prima, senza lavoratori non c’è arte”.

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