18 Ottobre 2023
Corte di Cassazione (fonte Lapresse)
La Suprema Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza (verdetto 28727) che permette alle coppie sposate che desiderano divorziare di presentare congiuntamente e cumulativamente la domanda per la separazione e il divorzio. Questa decisione mira a semplificare il processo di scioglimento del matrimonio e a fornire maggiore stabilità agli accordi, evitando prolungate attese e futuri problemi. Tale pratica elimina il requisito dell'attesa di sei mesi tra la separazione e il divorzio, come precedentemente stabilito dalla riforma della giustizia promossa da Marta Cartabia.
La sentenza della Cassazione afferma che "in tema di crisi familiare, nell'ambito del procedimento di cui all'art. 473 bis 51 cpc, è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio." Questa decisione ha ricevuto l'approvazione dell'Organismo congressuale forense, che ha elogiato la Corte per aver risolto le differenze di interpretazione della legge tra i tribunali. La sentenza è stata emessa in risposta a una richiesta di chiarimento avanzata dal Tribunale di Treviso, in base all'articolo 363 bis cpc2, che consente di ottenere indicazioni in sede di legittimità per risolvere questioni di diritto complesse.
Prima di questa decisione, i tribunali avevano interpretato in maniera diversa la riforma, portando a una certa confusione. Ora, la Cassazione ha fornito una chiara direttiva, garantendo un'applicazione uniforme della legge in tutto il territorio nazionale. L'Organismo congressuale forense auspica che questa novità porti a un maggiore rispetto delle linee guida in materia di giustizia stabilite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
In pratica, questa nuova legge semplifica notevolmente la procedura di divorzio. Dopo la firma congiunta, il tribunale emetterà la sentenza entro sei mesi. La domanda deve essere depositata con un ricorso, e il richiedente deve fornire immediatamente al giudice i mezzi di prova e i documenti relativi alla situazione patrimoniale. Deve essere presentata anche la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, l'elenco dei beni di proprietà, delle quote societarie e degli estratti dei conti correnti. Coloro che attestano informazioni false rischiano di essere condannati a pagare le spese legali e i danni al coniuge.
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