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Strage di via D’Amelio, Emanuela Loi: chi era l’agente di scorta, prima donna della Polizia di Stato uccisa in servizio

Morta a 24 anni, Emanuela Loi è stata la prima poliziotta a morire per cause di servizio. Arruolatasi in polizia a 20 anni, fu assegnata alle scorte nel giugno del 1992, un mese prima della strage

19 Luglio 2023

Strage di via D’Amelio, Emanuela Loi: chi era l’agente di scorta, prima donna della Polizia di Stato uccisa in servizio

foto @facebook

Emanuela Loi aveva solo 24 anni quando è rimasta uccisa nella strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992, insieme al giudice Paolo Borsellino e ai suoi 4 colleghi delle scorte Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Vicenzo Li Muli e Claudio Traina.

È stata la prima donna della Polizia di Stato a restare uccisa durante il servizio e una delle prime in forza al reparto scorte.

 

Nata in Sardegna, a Cagliari, nel 1967, si è arruolata in polizia a 20 anni, nel 1989, dopo il diploma magistrale. Emanuela non aspirava a diventare poliziotta che invece era il sogno di sua sorella Claudia. Lei voleva insegnare, perché innamorata dei bambini.

Partecipa al concorso in Polizia quasi per gioco, accompagnando sua sorella Claudia. Quest’ultima non raggiunge una posizione utile in graduatoria, ma Emanuela si e parte alla volta di Trieste dove ha frequentato il 119° corso per allievi agenti della Polizia di Stato.

Una volta terminato il corso, supera anche quello e in concomitanza arriva a casa sua una comunicazione in cui risulta vincitrice anche del concorso per l’insegnamento.

Emanuela Loi e la Polizia al servizio della gente

A quel punto Emanuela decide di continuare in Polizia, perché fare la poliziotta, indossare la divisa, per lei era una missione al servizio della gente.

Nel 1991 fu trasferita a Palermo e fu assegnata a servizi di piantonamento all’edificio Tre Torri. Nel giugno 1992, viene assegnata al reparto scorte, quella del giudice Paolo Borsellino.

 

“Mi hanno mandata a Palermo, dove c’è la mafia” raccontò Emanuela Loi a sua sorella Claudia, commentando la sua prima destinazione dopo il corso.

Poco prima della strage, Emanuela era in ferie in Sardegna e come racconta sua sorella Claudia, aveva la febbre. Sua madre le chiese di trattenersi fino a quando non si sarebbe ripresa, ma lei era decisa a rientrare perché se si fosse trattenuta non avrebbe potuto permettere al suo collega di andare in ferie.

Rientrò e tornò in servizio fino a quel 19 luglio 1992, quando Cosa Nostra decise di ridurre in brandelli chi aveva osato fidare l’anti Stato. In brandelli finirono anche i sogni di una giovane donna di appena 24 anni.

Il ricordo della sorella Claudia

Emanuela era una ragazza allegra, positiva, amava i colori – la ricorda sua sorella Claudia – quando ho sentito al tg che era morta non ci credevo. Quando sono arrivata a Palermo e ho visto le bare avvolte dal tricolore, non riuscivo a capire dove fosse mia sorella; poi ci hanno accompagnato, ma non mi sembrava vero, per me mia sorella non era in quella bara. Di lei sono rimasti gli oggetti d’oro, una collana e un bracciale ed erano tutti anneriti dal fuoco. Li ho conservati, ma non riesco a guardarli perché mi fanno impressione. Li ho visti il giorno in cui ce li hanno consegnati, poi non li ho più guardati”.

 

Il 5 agosto 1992 a Emanuela Loi è stata conferita la medaglia d'oro al valor civile per la dedizione e il coraggio espressi nel servizio, fino al sacrificio della propria vita.

All’agente di scorta sono state inoltre intitolate scuole, vie e piazze in diverse città d’Italia.

 

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