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Bunga Bunga di Berlusconi, che cosa succedeva nelle serate ad Arcore: la storia dei famosi "festini a sfondo sessuale"

L'espressione Bunga Bunga risale al XIX secolo, ma inizialmente aveva un significato completamente diverso rispetto a quello che ha assunto in Italia a partire dal 2010, per indicare i festini a sfondo erotico-sessuale che si svolgevano nelle ville di Silvio Berlusconi

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Berlusconi, fonte: imagoeconomica

Il termine Bunga Bunga in Italia è associato al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ma, in realtà, il suo significato originario ha a che fare con temi completamente diversi. Si tratta infatti di un'espressione risalente al XIX secolo e usato nella letteratura di viaggio e nella manualistica botanica, prevalentemente come toponimo dell'Australia. Il termine è stato ripreso nel 1910 nell'ambito di un celebre scherzo, la beffa della Dreadnought.

In Italia, invece, l'espressione è diventata nota a partire dal 2010 per indicare i "festini a sfondo erotico-sessuale che si svolgevano nelle ville di Silvio Berlusconi", allora Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

Scopriamo meglio che cos'è, di cosa si tratta, qual è la storia di Berlusconi, che cosa succedeva ad Arcore e le testimonianze sul caso mediatico, che ha avuto tanta risonanza anche all'estero.

Bunga bunga: significato e cos’è

Il dizionario Treccani spiega che l'espressione Bunga bunga è “attestata a partire dal XIX secolo, in particolare nella letteratura di viaggio e nella manualistica botanica, prevalentemente come toponimo dell'Australia o come usanza aborigena della stessa nazione. Il termine è stato poi ripreso nel 1910 nell'ambito di un celebre scherzo, la beffa della Dreadnought”. Poi, con il passare del tempo, il Bunga bunga ha assunto un significato ben diverso.

Oggi infatti indica un festino a sfondo sessuale organizzato da uomini di potere in residenze lussuose, con la presenza di donne molto giovani. Per quanto riguarda in modo più specifico il nostro paese, si è iniziato a sentire parlare molto spesso di Bunga bunga nel 2010, quando il termine è stato associato ad alcune serate che si svolgevano nelle ville di Silvio Berlusconi, che all'epoca dei fatti era Presidente del Consiglio.

Il Bunga Bunga di Berlusconi

Nel corso degli anni diverse ragazze hanno raccontato di essere state invitate nella villa di Arcore del politico e imprenditore milanese, con la scusa di fare un provino per lavorare all'interno della Mediaset. Le giovani hanno sempre riferito e continuano a riferire che poi, in realtà, all'interno della proprietà dell'ex premier si svolgevano delle serate a sfondo erotico-sessuale.

I guai per Silvio Berlusconi iniziarono quando venne alla luce questa storia, così come vennero alla luce diverse intercettazioni telefoniche tra l'allora premier e altre persone coinvolte in quello che è passato alla storia con il nome di “Rubygate”. Proprio in queste intercettazioni Berlusconi avrebbe detto una barzelletta citando appunto il famoso Bunga Bunga per indicare un rituale sessuale praticato dagli indigeni.

Fu poi a causa di queste registrazioni che, successivamente, il Cavaliere venne condannato a 7 anni di carcere in primo grado per i reati di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. In appello, il 18 luglio 2014, il leader di Forza Italia venne poi prosciolto da tutte le accuse con formula piena perché il fatto non sussisteva. Il 10 marzo 2015 la Cassazione ha confermato l'assoluzione, rigettando i ricorsi del procuratore generale di Milano. Da parte sua, Silvio Berlusconi ha sempre rispinto ogni accusa. “Sul Bunga bunga e sul caso Ruby la mia verità è sempre stata manipolata”, ha detto in più occasioni.

Bunga bunga, cosa succedeva ad Arcore? Le testimonianze

Sono diverse le testimonianze sul cosiddetto Bunga bunga, attraverso le quali è possibile capire che cosa sarebbe successo in quegli anni nelle ville di Berlusconi. Tra le tante, c'è quella di Ambra Battilana, testimone chiave del processo Ruby Ter contro il leader di Forza Italia. Lei ha raccontato di essere stata portata ad Arcore per una serata a fine agosto 2010 dall’amico Daniele Salemi che l’aveva già messa in contatto con Emilio Fede per un provino come per il Tg4.

“Appena arrivata – ha raccontato – c’erano i carabinieri che ci chiesero i documenti. Non sapevo dove fossimo, ero convinta si trattasse di un posto di blocco”. Invece era Villa San Martino ad Arcore, nella Monza Brianza. “Alla porta, ad aspettarci, c’era Emilio Fede. C’era anche Maria Rosaria Rossi e un’altra signora, sua coetanea, di cui non ricordo il nome. Poi arrivò un cameriere che ci disse di entrare”.

“Nel salottino vedo questa persona che assomigliava a Berlusconi - aggiunge - non non sapevo fosse davvero lui: pensavo fosse un imitatore perché gli mancavano dei denti. Invece era lui. Ci disse di prendere dei gioielli specificando che erano di Tiffany. Io non volevo accettare, ma lui insisteva. Poi da una porta entrarono una decina o quindicina di ragazze, erano tutte molto chiassose. Alcune di loro si baciavano in bocca, io conoscevo Roberta Bonasia che, ci disse Fede, era la fidanzata di Berlusconi”, ha continuato.

E ancora: “Tante ragazze cercavano di compiacere Berlusconi: lo chiamavano papi, si avvicinavano e lo baciavano, mentre cantavano inni di partito. Lui continuava a raccontare barzellette. A un certo punto arrivò un cameriere con statuetta in legno con un pene molto spropositato. Le ragazze presero la statuetta, la facevano girare simulando rapporti orali, così per divertirsi. Nel frattempo alcune ragazze ballavano e danzavano intorno al tavolo, andavano da lui, lo abbracciavano lo toccavano sotto il tavolo e lo baciavano in bocca. Gli facevano toccare i seni e lui palpava e baciava i seni. Lui metteva sempre le mani addosso alle ragazze e si faceva mettere il sedere in faccia”, le parole di Ambra Battilana.

Poi la serata, nel suo racconto, sarebbe continuata con il famoso Bunga Bunga: “Era una stanza non troppo grossa, c’erano i divanetti bianchi, un set per un dj e la statua di un cavallo. Silvio Berlusconi ed Emilio Fede erano seduti davanti al palo della lap dance. Le ragazze che ballavano si erano tutte cambiate: indossavano abiti moto provocanti, non erano vestiti normali ma roba da sexy shop. Alcune si erano travestite da infermiere, ma avevano il camice completamente aperto e facevano vedere tutto, anche perché sotto erano completamente nude, altre da poliziotte”.

Il dettaglio: “Ricordo in particolare Nicole Minetti, ballava al palo con un vestito molto aderente che a un certo punto si strappò rimanendo completamente nuda. Poi andò da Berlusconi e si faceva toccare, mentre lui la baciava ripetutamente sulla bocca e sul seno. Una ragazza mi invitò a ballare, tirandomi per il braccio, dicendo che se mi fossi fatta notare da lui, avrei fatto carriera. Io ero imbarazzata e chiesi a Emilio di andare via”, ha concluso Ambra Battilana.

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