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Verona, il poliziotto Alessandro Migliore, l’uso della droga sequestrata e il vanto dei pestaggi con la fidanzata: “A quello ho dato una stecca amò, hai presente i ko?”

Ritenuto dai Magistrati il "più crudele" del gruppo, Alessandro Migliore, 25 anni, è uno dei poliziotti arrestati a Verona con l'accusa di tortura. Nelle conversazioni con la fidanzata, intercettate dai suoi stessi colleghi, le testimonianze di quelle violenze ai danni dei soggetti fermati durante i turni in Volante

07 Giugno 2023

Verona, l’agente Alessandro Migliore, l’uso della droga sequestrata e il vanto dei pestaggi con la fidanzata: “A quello ho dato una stecca amò, hai presente i ko?”

Alessandro Migliore - foto @Instagram

Alessandro Migliore, 25 anni, originario di Torre del Greco, è uno dei poliziotti arrestati a Verona con l’accusa di tortura ai danni di soggetti fermati e portati nelle celle di sicurezza della questura.

Il giovane agente è ritenuto dai magistrati inquirenti “il più crudele del gruppo”. Le testimonianze degli atti di violenza nei confronti dei soggetti fermati sono emerse da una serie di conversazioni telefoniche tra lui e la fidanzata, contenute nel fascicolo di indagine.

“Appena amò mi guarda, mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amò: bam! Lui chiude gli occhi, di sasso, per terra è andato a finire, è rimasto là. È svenuto. Si è irrigidito tutto ed è caduto, sai, hai presente i ko”. Così il giovane agente raccontava alla fidanzata quello che avveniva durante i turni in volante, “nell’acquario”, nome dato alla sala fermati della questura di Verona, per via della presenza di un pannello separatore in plexiglass.

Verona, Alessandro Migliore e l’amicizia con un gruppo di albanesi dediti al traffico di armi e droga

Per gli inquirenti Migliore è il capobanda, in numero uno al vertice dell’escalation di violenza. L’uomo a fine servizio, toglieva la divisa e indossava i suoi orecchini d’oro, dandosi alla bella vita. Come ha ricostruito La Repubblica, infatti, era solito frequentare locali della movida e discoteche, nelle quali avrebbe stretto amicizia con un gruppo di albanesi implicati in traffico di droga e armi. Un’amicizia che avrebbe portato Alessandro Migliore a commettere omissioni in favore degli albanesi, durante i controlli. Nello specifico, viene indicato un episodio durante il quale l’agente avrebbe nascosto una pistola con la quale uno degli albanesi aveva minacciato una ex.

Questo aspetto è ancora in fase di approfondimento da parte della magistratura che potrebbe disporre nuovi accertamenti in un procedimento connesso.

I racconti delle violenze e l’uso di droghe con la fidanzata

Nel frattempo, cruciali si sono rivelate le conversazioni telefoniche tra Alessandro Migliore e la fidanzata, intercettate dai suoi stessi colleghi che hanno effettuato le indagini.

Da queste emerge come il poliziotto godesse delle torture inflitte ai fermati: “adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta dai, boom boom boom” raccontava l’uomo alla fidanzata relativamente a un episodio di violenza “e io ridevo come un pazzo” ha aggiunto.

Tutte circostanze ed elementi che hanno portato i magistrati a descriverlo nell’ordinanza come una “persona dalla spiccata propensione criminosa in grado di torturare con sadico godimento”.

Da quelle intercettazioni emergono anche altri particolari: sempre durante una conversazione con la fidanzata, è venuto fuori che Alessandro Migliore facesse uso di sostanze stupefacenti precedentemente sequestrate durante i controlli. Emblematica una conversazione durante la quale Migliore racconta alla fidanzata di aver controllato un soggetto e di avergli sequestrato un pezzetto di fumo. La fidanzata gli chiede di volerlo provare e lui risponde di no: “No, te l’ho già fatta provare, amore ti ha fatto (effetto ndr) perché stavi tutta fatta eh”.

 

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