27 Aprile 2023
Foto di Mike Benna su Unsplash
Una ragazza di 27 anni ha accusato un prete di origini nigeriane di averla molestata nel parco. L'uomo, arrestato poco dopo, è stato rilasciato perché manca la flagranza. La tattica raccontata dalla giovane è creativa.
La vicenda si è svolta nel parco a Tor Teste, Roma. Una donna di 27 anni si è recata da una volante della polizia raccontando di aver subito delle molestie sessuali nel parco. Narra di essere stata avvicinata da un uomo, poi identificato in Amos, un prete di 34 anni di origini nigeriane in Italia da 13 anni.
Quest'ultimo, senza presentarsi, le avrebbe direttamente chiesto: "Come si chiama questa parte del tuo corpo?", indicandole il fondoschiena. Avrebbe ripetuto la domanda altre volte prima di procedere mettendole una mano sulla natica. La donna si è allontanata velocemente e e lui l'ha inseguita per un breve tratto. Lei allora ha raggiunto le autorità in auto.
La Polizia ha immediatamente arrestato l'uomo. Quando gli è stato chiesto il perché dell'atto, ha risposto: "Ho pensato che non parlasse italiano e non capisse a qualche parte del corpo mi riferivo". Non è emerso perché, in qualsiasi caso, avesse bisogno di comunicarle qualcosa in merito al fondoschiena.
Le Forze dell'Ordine non hanno convalidato l'arresto per mancanza di prove. La motivazione ufficiale è "mancanza di flagranza di reato". Non c'era nessuno nel parco in quel momento, quindi nessuna testimonianza può comprovare o smentire il racconto della ragazza.
L’uomo, dunque, è stato rimesso in libertà, come chiesto anche dalla procura, ma dovrà lasciare l’Italia perché gli è stata respinta la domanda di asilo politico.
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