22 Febbraio 2023
fonte: Lapresse Pamela Mastropietro
Nella giornata di martedì 22 febbraio 2023 è stato confermato l'ergastolo per Innocent Oseghale, accusato di avere ucciso e fatto a pezzi la diciottenne Pamela Mastropietro il 30 gennaio del 2018 in via Spalato a Macerata.
L'imputato non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. C'erano però i genitori della giovane, che si sono dimostrati soddisfatti (anche se nessuno restituirà mai la loro figlia).
Il processo d'appello bis ha riguardato solo il reato di violenza sessuale ed è stato trasmesso a Perugia per questioni procedurali dopo che la Cassazione aveva definitivamente confermato la condanna per l'omicidio.
Il sostituto procuratore generale Paolo Barlucchi aveva chiesto l’ergastolo, sposando la linea dei primi due gradi di giudizio, secondo cui "l'omicidio è avvenuto in occasione della violenza sessuale". Alla sentenza dell'ergastolo, sono partiti gli applausi e grida di gioia da parte del pubblico in aula. Tra i presenti c'erano i genitori della diciottenne. Al contrario, gli amici avevano collocato diversi striscioni e cartelli all'esterno per ricordare la giovane.
"Siamo delusi dalla sentenza, attendiamo di conoscere le motivazioni, ma già da ora annunciamo la nostra intenzione di ricorrere in Cassazione", ha annunciato l'avvocato Simone Matraxia, che, assieme a Umberto Gramenzi, difende Innocent Oseghale.
"Partiamo dal fatto che Oseghale ha ucciso Pamela, se fosse qui (il nigeriano non era presente in aula, ndr) mi rivolgerei a lui dicendogli: 'l'hai uccisa'. Questo ci permette di eliminare qualsiasi enfasi e di concentrarci sul problema tecnico: c'è o no prova che ci sia stata violenza sessuale",
E ancora: "Il punto fondamentale è che è stato accertato che c'è stato almeno uno rapporto sessuale non protetto con Oseghale". Il sostituto procuratore ha poi tenuto a precisare una cosa importante "Pamela non era una prostituta". "La sentenza della Corte di appello usa un'espressione gentile ed esatta secondo cui Pamela usava il suo corpo per avere quello di cui aveva un bisogno impellente", per avere "eroina". "C'è una verità nella vita di Pamela che è la sofferenza psichica, la sofferenza che si fa disturbo psichico e dipendenza da eroina". "Se penso a Pamela penso a una persona che ha sofferto - ha concluso -. Nessun giudizio morale sulla vittima, comprensione e affetto".
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