11 Novembre 2022
Fonte: Repubblica Roma
Ha raccontato di essere stato vittima di un episodio di discriminazione da parte di un professore. “Quando è tornato con la prima verifica di arte ho trovato il mio nome d’elezione barrato. Ci aveva riscritto il mio nome alla nascita”. Marco, 17 anni, ha da poco ottenuto di fare la carriera alias al liceo scientifico Cavour di Roma. L’istituto permette agli studenti di avere il nome di elezione, da maschio nel caso di Marco, sia sul registro sia sui documenti scolastici. Cosa che Marco, nato geneticamente femmina ma che da quando ha 15 anni si sente un ragazzo, ha fatto. “Quando sono andata a protestare il professore mi ha urlato contro che quello che vedeva lui era una donna, ho preso il telefono per mostrargli il regolamento di scuola sulla carriera alias e lui ha detto che non gli interessava. Mi ha umiliato perché mi ha chiamato più volte con il mio nome di nascita di fronte a tutti”.
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha fatto sapere che “il ministero sosterrà tutte le opportune verifiche: la scuola è il luogo per eccellenza deputato allo sviluppo e alla realizzazione della persona umana e non può ovviamente ammettere al proprio interno alcuna forma di discriminazione”. Giusto. Ma è altrettanto importante che venga trovato un punto d’equilibrio, senza eccedere troppo né da una parte né dall’altra. Secondo Pietro Turano, portavoce dell’associazione gay center che gestisce il numero verde gay help line, “il ragazzo sa quali sono i suoi diritti e pretende che vengano rispettato anche perché la scuola li aveva già riconosciuti. Qui siamo di fronte a una doppia violazione: di un diritto e di un regolamento interno alla scuola. L’istituto dovrebbe prendere provvedimenti, al di là di quello che farà il ministero”.
Gli studenti, secondo le testimonianza raccolte sul piazzale del liceo Cavour, sono divisi. “Quando abbiamo saputo quello che è successo, prima da alcune voci e poi dal gruppo del comitato studentesco, siamo rimasti stupiti e sconvolti, perché è un nostro professore”, ha spiegato uno di loro. Un’altra studentessa, invece, ha un’opinione diversa. “Secondo me su alcune cose alcuni nostri compagni di scuola esagerano”, ha sottolineato. “Amplificano alcuni episodi, non è il caso di questo ragazzo discriminato, ma a volte succede. Facilmente puoi passare per omofobo o razzista”.
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