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Moby Prince, la commissione d’inchiesta: “In mare c’era una terza nave”


La rivelazione nella relazione conclusiva della commissione presieduta da Andrea Romano (Pd): “Abbiamo lasciato due piste da seguire al prossimo Parlamento”

15 Settembre 2022

Moby Prince, la commissione d’inchiesta: “In mare c’era una terza nave”


“La Moby Prince è andata a collidere con la petroliera Agip Abruzzo per colpa della presenza di una terza nave comparsa improvvisamente davanti al traghetto che provocò una virata a sinistra che ha poi determinato l’incidente. Purtroppo questa nave non è ancora stata identificata con certezza”. È la nuova rivelazione emersa dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro Moby Prince, presieduta dal dem Andrea Romano (Pd), che ha presentato la relazione conclusiva approvata all’unanimità.

Moby Prince, la commissione d’inchiesta: “In mare c’era una terza nave”

La collisione tra il traghetto e la petroliera avvenne nella rada del porto di Livorno il 10 aprile 1991. Le vittime furono 140. Oggi, giovedì 15 settembre, 31 anni dopo, la rivelazione della presenza di una terza imbarcazione. “Non abbiamo potuto dare risposte certe sull’identificazione della terza nave, perché non ne abbiamo avuto il tempo a causa della fine anticipata della legislatura, ma abbiamo suggerito nella relazione conclusiva due piste da seguire in futuro sia da parte della magistratura sia dal prossimo Parlamento”, ha spiegato Romano. “Una riguarda la nave 21 Oktobaar II, che è un ex peschereccio somalo, e l’altra la presenza nel tratto di mare interessato dalla presenza di una o più bettoline impegnate in possibili operazioni di bunkeraggio clandestino”.

Moby Prince, la commissione d’inchiesta: “In mare c’era una terza nave”

“L’esplosione si produsse subito dopo la collisione ma non abbiamo ancora risposte esaustive sulla presenza di tracce contaminate trovate a bordo per le quali sarebbero serviti ulteriori accertamenti che però non abbiamo potuto fare perché abbiamo terminato le indagini con la fine della legislatura in vista delle prossime elezioni”, sono le parole del presidente della commissione riportare dall’Ansa. “Siamo arrivati alla conclusione che le condizioni di visibilità la sera della collisione fossero buone, se non ottime, con vento di brezza e mare calmo. Inoltre abbiamo accertato senza ombra di dubbio, grazie a studi scientifici eseguiti in modo approfondito che la petrioliera Agip Abruzzo, contro la quale andrò a collidere il traghetto Moby Prince, si trovava ancorata in rada in una zona dove invece c’era il divieto di ancoraggio”.

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