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Clochard ucciso a Napoli, i pm: un "colpo in testa per provare la pistola"

A Napoli continuano le indagini per scoprire chi ha ucciso il senza tetto di 56 anni a Bagnoli: la pista che si sta affermando nelle ultime ore è quella del "battesimo del fuoco"

05 Settembre 2022

automobile polizia

NAPOLI - Continuano le indagini per morte del clochard 56 enne Davide Fogler, ucciso con un colpo di pistola il pomeriggio del 31 agosto nel quartiere Bagnoli a Napoli. Tra le ipotesi percorse dei due pm Valentino Battiloro e Cristina Curatoli una pista è quella del "battesimo del fuoco", ovvero il test da rituale che può aver determinato l'appartenenza a un clan di un nuovo killer. Tra le ipotesi aperte c'è anche la pista del "test dell'arma da fuoco": qualcuno avrebbe scaricato i colpi sul senzatetto, per provare a far funzionare una nuova arma.

Clochard ucciso a Napoli: perché la pista del "battesimo del fuoco"

A vedere sono stati tanti, ma a parlare mai nessuno. Il silenzio omertoso è di coloro che non vogliono immischiarsi per non avere ritorsioni. Di chi teme la violenza di qualcuno. Eppure i pm ne sono certi: qualcuno ha visto la scena dell'omicidio, ma se la gente tace è perché ha paura. E su quest'omertà, avanza oggi l'ipotesi che c'è chi tace perché teme le ritorsioni di un appartenente a qualche clan locale, qualcuno che ha ucciso un innocente per provare una pistola o per un "battesimo del fuoco", un rituale usato per "battezzare" i nuovi killer del clan. E se la gente sa che c'è puzza di camorra, tace. Lo sanno tutti.

Da qui che partono le indagini, a proposito dell’ultimo omicidio consumato a Napoli, un delitto camuffato da incidente, un agguato che nessuno ha notato. 

Clochard ucciso a Napoli: l'altra pista "la rappresaglia"

Il dato più inquietante è però quello che vede l'ultima aggressione del 31 agosto inserita in una rosa contro altre aggressioni a senzatetto: si tratta di un elemento che apre a una pista molto più allarmante: la rappresaglia contro i clochard. Restano inoltre in piedi le ipotesi di un "regolamento di conti all'interno del racket" dei parcheggiatori abusivi, anche se sembra che Fogler svolgesse questo tipo di impegno in maniera sporadica, senza particolare continuità.

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