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Ucraina, il costituzionalista Caruso: "Su Dostoevskji e Gergiev discriminazioni politiche"

Corrado Caruso, professore di diritto all'Università di Bologna sui due casi scatenati dalla guerra in Ucraina, ammette: "Il comune denominatore nei due casi è la ritorsione, che viola le libertà costituzionali"

02 Marzo 2022

Valery Gergiev, 2022

(fonte: Twitter @AnnalisaNocera1)

La guerra in Ucraina ha portato diverse conseguenze al mondo letterario-artistico in Italia. Da Dostoevskij a Valery Gergiev, in entrambi i casi l'accusa è quella di censura. Su questo tema si è espresso in un intervento all'Adnkronos il costituzionalista Corrado Caruso professore di diritto costituzionale all'Università di Bologna, che ha candidamente ammesso: "La Costituzione non ammette discriminazioni politiche in ragione dei convincimenti individuali, anche quando c'è un conflitto bellico che vede coinvolta l'Italia direttamente o indirettamente". Va ricordato come nel caso di Dostoevskij l'Ateneo di Milano Bicocca dopo le critiche ha fatto marcia indietro.

Parla il costituzionalista Caruso

Sul tema Dostoevskij e Gergiev, Il professore ed anche componente del direttivo dell'Associazione italiana dei costituzionalisti, ammonisce che in entrambi i casi il comune denominatore è: "la ritorsione, che a prescindere dalla reciprocità, viola le libertà costituzionali. È allarmante ragionare nella logica amico-nemico. Bisogna tenere alta l'attenzione per non tradire i valori della nostra Costituzione" e che in questi casi "la china scivolosa dell'autoritarismo è dietro l'angolo".

"Le misure prese nel caso del professore o del direttore di orchestra esorbitano rispetto ai rapporti professionali in essere. Sono forme di ritorsione illegittima. Nel caso del professore universitario sono lesi l'articolo 21 della Costituzione, che ammette che vi sia la formazione di un convincimento intimo della persona; ma anche l'articolo 2 che riconosce i diritti inviolabili dell'uomo, dunque il principio personalista, di tutela e garanzia dei diritti enunciati e deducibili. Gravemente violato anche l'articolo 33 che sancisce la libertà di insegnamento e rifiuta qualsiasi indottrinamento di stato consentendo al docente la libertà di individuare l'oggetto del proprio insegnamento".

In considerazione alla richiesta di Sala verso Gergiev di fare un passo indietro verso Putin, amico del maestro, Caruso incalza: "A che titolo si richiede ad un direttore di orchestra di giurare fedeltà a un determinato ordine di valori? Non è una imposizione coerente. È vero che nell'articolo 54 è indicata la fedeltà alla Repubblica, ma questo dovere di fedeltà non può essere interpretato in modo tale da restringere le libertà garantite dalla nostra Costituzione, altrimenti la clausola sarebbe talmente ampia da poter annichilire le libertà individuali".

Il giurista taglia corto e definisce "politiche" queste intrusioni, al di fuori da ogni contesto artistico: "Vorrei aggiungere un altro dato. L'articolo 3 della Costituzione riconosce ai cittadini pari dignità sociale senza distinzione di opinioni politiche: queste sono dunque discriminazioni politiche, inammissibili anche in caso di conflitto bellico che vede coinvolta l'Italia direttamente o indirettamente, perché ledono la pari dignità sociale dei cittadini e perché la Costituzione non ammette discriminazioni politiche", conclude Caruso.

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