21 Gennaio 2022
Milano (fonte foto Lapresse)
S'intitola "Riconoscere gli errori dell'Italia nella risposta al Covid-19" l'articolo della rivista scientifica inglese The Lancet dove si fanno i conti con le prime risposte al Covid dell'Italia e della Lombardia nel 2020. L'approfondimento porta la firma dei ricercatori Chiara Alfieri, Marc Rgrot, Alice Desclaux e Kelley Sams. Nella pubblicazione si sostiene che gran parte dell'esplosione incontrollata del virus nella regione lombarda è da imputarsi a una malagestione da parte sia dell'amministrazione locale che di quella nazionale governativa: "La popolazione della Lombardia fu sconvolta dagli eventi e dall’inconsistenza della risposta da parte della sanità pubblica e delle autorità di governo, oltre che da un piano pandemico obsoleto e non attuato".
"I cittadini lombardi vennero messi di fronte all’orrore - si legge nella pubblicazione - ai propri affetti morti in casa senza cure e soli in ospedale, alla scarsità di ossigeno e bombole e alla confusione nell’identificare i corpi cremati." La risposta politica più criticata è quella che ha portato ai ritardi nel mettere in zona rossa i comuni di Alzano e Nembro. Dai due il virus si sarebbe poi propagato in tutto il resto d'Europa. Se il virus fosse stato contenuto a dovere già in queste località adesso, probabilmente, si sarebbe parlato di un'altra storia della pandemia, almeno nel bergamasco.
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Critiche ma anche elogi all'Italia. In particolare quello dell’associazione "Sereni e sempre Uniti" la quale sin dall'inizio si è occupata di unire in una stretta comunità solidale i familiari delle vittime del Covid, specialmente quelle della prima ondata: "L’evidenza antropologica dimostra che il ruolo di associazioni come quella dei familiari italiani delle vittime del covid è cruciale per le istituzioni al fine di identificare e correggere gli errori nella risposta di sanità pubblica, cosa necessaria per supportare le comunità a prepararsi per future minacce infettive, come raccomandato dalla Community Preparedness Unit dell’OMS."
Dopo la pubblicazione dello studio è arrivato a stretto giro anche il commento dell'associazione chiamata in causa dagli autori. Un'associazione che ha avuto il merito di unire la comunità italiana, lombarda e bergamasca, restituendole un senso di solidarietà. Ma anche cercando risposte su cosa sia andato storto in quei giorni e nelle decisioni prese nei mesi prima che hanno portato a quel drammatico epilogo. "Quello di The Lancet è uno straordinario riconoscimento istituzionale che corona un lavoro certosino di ricerca documentale fatto negli ultimi due anni - ha commentato l’avvocato dei familiari delle vittime Consuelo Locati - ma è soprattutto un riconoscimento per quei cittadini che hanno deciso di portare in giudizio le istituzioni per fare in modo che si assumano le responsabilità di quanto avrebbero dovuto fare e non hanno fatto a scapito della vita di migliaia di persone che oggi potrebbero essere ancora tra noi"
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