14 Novembre 2021
Fonte: Twitter
La Corte Costituzionale non è d'accordo con il governo per una proroga dello stato d'emergenza. Secondo la Corte, un'ulteriore decisione in questo senso da parte del governo reprimerebbe i diritti costituzionali. L'atto ufficiale con cui si è espressa la Corte è la sentenza n.213 depositata giovedì 11 novembre 2021.
Il riferimento che fa la Corte Costituzionale è in merito al blocco degli sfratti, che lede il diritto alla proprietà previsto dall'art.42 della Costituzione. Nell'art.15 della sentenza n.213 è riportato quanto segue: "Mette conto, infine, rilevare che, se l’eccezionalità della pandemia da COVID-19 giustifica, nell’immediato e per un limitato periodo di tempo, la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili (anche perché, in particolare, vi è stato, da parte del legislatore, un progressivo aggiustamento del bilanciamento degli interessi e dei diritti in gioco, nei termini sopra indicati), d’altra parte però questa misura emergenziale è prevista fino al 31 dicembre 2021 e deve ritenersi senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale (art. 42, secondo comma, Cost.)".
In sintesi, la Corte Costituzionale ha voluto far capire che se in un primo momento tale misura di emergenza era necessaria e generalizzata, successivamente ha fatto sollevare dubbi di legittimità costituzionale. Per la Corte dunque non bisogna assolutamente prorogare questa misura entro la scadenza prevista per il 31 dicembre 2021. Tuttavia, il governo potrebbe procedere ad adottare misure diverse da quella della sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio e idonee a realizzare un bilanciamento adeguato dei valori costituzionalmente rilevanti che vengono in gioco.
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