14 Settembre 2021
Fiaccolata per Patrick Zaki (fonte Lapresse)
Si terrà oggi, martedì 14 settembre 2021, la prima udienza a Patrick Zaki, lo studente di Bologna in custodia cautelare in Egitto ormai da oltre 1 anno e 7 mesi: il processo si svolgerà a Mansoura, nella seconda sezione del tribunale d'emergenza per la sicurezza dello Stato. Ma insieme alle buone, arrivano anche le cattive notizie: la sentenza "non prevederà per Zaki il diritto d’appello". Lo spiega all'Aki-Adnkronos International Lubna Darwish, a capo del dipartimento per i diritti delle donne e la difesa di genere dell'Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l'ong egiziana con cui collaborava lo studente dell'Università Alma Mater di Bologna.
Al giovane Patrick Zaki l'Egitto contesta uno scritto del 2019 in difesa della minoranza di cui fa parte, quella copta e oggi lo studente di Bologna avrà, dopo tanto tempo e tanta sofferenza, la sua prima udienza. Peccato che la sentenza non sarà impugnabile. "Purtroppo è così nei tribunali d'emergenza per la sicurezza dello Stato", spiega ancora Darwish, per poi sottolineare che Zaki, in base delle accuse che gli sono state mosse, purtroppo, "rischia fino a 5 anni di carcere".
"Noi speravamo che sarebbe stato rilasciato poiché le accuse - aggiunge ancora l'esponente dell'Eipr - sono false ed il verbale d'arresto è stato falsificato. Ma ora affrontiamo il suo processo sulla base di un articolo che ha scritto". Secondo l'ong di cui lo stesso Patrick fa parte, il giovane studente è stato incriminato sulla base degli articoli 80 e 102 (bis) del codice penale per un articolo in cui raccontava la sua vita da cristiano copto nel suo Paese d'origine, l'Egitto.
Intanto anche il mondo della politica italiana esprime il suo disappunto per quanto sta accadendo a Patrick Zaki oggi. "Le preoccupazioni e i timori erano, purtroppo, fondati", scrive su Twitter Filippo Sensi del Pd. "La tortura di Patrick continua, oggi una escalation che ci trova ancora più determinati a lottare al fianco di questo ragazzo, cittadino italiano, prigioniero e sequestrato in un incubo", conclude.
"Dopo un anno e sette mesi di detenzione illegale, soprusi e torture, domani si svolgerà la prima udienza del processo contro Patrick Zaki. Qualsiasi aspetto di questa vicenda fa rabbrividire. E l'assordante silenzio del Governo Draghi non fa che peggiorare la situazione. Soprattutto perché continuiamo a vendere armamenti al regime di Al-Sisi", afferma invece il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Mi auguro che il Governo italiano si svegli dal suo colpevole sonno e intervenga".
A chiedere l'intervento del nostro Stato è anche il senatore Francesco Verducci, vice presidente della commissione Cultura, che afferma: "Il Governo dia seguito alla volontà di Senato e Camera e si attivi per il conferimento a Zaki della cittadinanza italiana. Mai come in questo momento, nelle ore dell'avvio di un processo che è uno sfregio ai diritti umani, tutta la comunità italiana deve stringersi intorno a Zaki e far crescere la pressione per il suo rilascio".
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